L'Italia importa erbe medicinali per miliardi Nel Cuneese sorgeranno quattro centri di coltura

L'Italia importa erbe medicinali per miliardi Nel Cuneese sorgeranno quattro centri di coltura La Camera di commercio della «Granda» vuole recuperare il tempo perduto L'Italia importa erbe medicinali per miliardi Nel Cuneese sorgeranno quattro centri di coltura CUNEO — Curiamoci e cibiamoci con le erbe: fa bene alla salute e al portafogli. Questo invito, all'estero già seguito da milioni di persone, in Italia sta appena raccogliendo i primi «fans»-che non sono più visti come degli eccentrici, come capitava ancora qualche anno fa. Alle piante officinali, loro pregi e prospettive economiche, la Camera di Commercio di Cuneo, prima in Piemonte, ha dedicato un padiglione della «Fiera della Provincia granda» aperta sino al 17 agosto; inoltre una «tavola rotonda» che si è svolta ieri mattina nel salone camerale di via Filiberto dove l'informazione tecnico-scientifica ha lasciato molto spazio alle proposte pratiche-operative e alla denuncia di certi assurdi che capitano purtroppo nel nostro Paese. Ad esempio, le essenze, gli oli e gli estratti distillati dai produttori pagano qualcosa come il 15 per cento di Iva, rendendoli quindi meno concorrenziali rispetto ai prodotti importati, mentre sono un frutto autentico della nostra terra assolata e come, tale meritevole di una minore tassazione. La Camera di Commercio di Cuneo, per iniziativa del suo presidente Giacomo Oddere vuole recuperare al Piemonte e all'Italia il tempo perduto rispetto ai nostri partners europei, soprattut-. to la ' Francia, e propone quindi la costituzione in provincia di quattro centri sperimentali. Lo scopo è di propagandare la coltivazione delle piante officinali e di farle diventare una coltura di massa; contemporanea¬ mente si punterà anche sulla commercializzazione per sottrarre gli agricoltori alla speculazione.' L'Italia, hanno spiegato i molti relatori — docenti come i professori universitari Alessandro Menghini, di Perugia, Piera Scaramella Petri, di Urbino. Facchini di Cagliari, Roberto Paglietta, di Torino, oppure tecnici di valore quali il professor Paolo Ro vestì, che ha presieduto il dibattito, dottor Burdlni, di Bologna, Chiappini, di Cagliari, dottor Ferrarese, presidente del Centro di medicina alternativa di Milano, Bassi di Cuneo — importa la quasi totalità dei prodotti erboristici utilizzati dalle industrie farmaceutiche e liquorìstiche, spendendo ogni anno centinaia e centinaia .di miliardi di valuta. Le piante officinali potremmo invece coltivarle su tutto il territorio nazionale con uh prodotto di migliore qualità perché abbiamo più sole di altre nazioni europee dà cui ci riforniamo. Per giungere a questo risultato si devono però superare molti complessi problemi, soprattutto l'ignoranza, lo scetticismo e il pregiudizio che ancora accompagnano questo tipo di coltivazioni. A cominciare dal ministero dell'Agricoltura che solo quest'anno ha deciso di studiare sette sole piantine Il Centro sperimentale di Cuneo, che dovrebbe iniziare il prossimo anno, si arti¬ cola in quattro sezioni distinte con altezze e quote differenti per coinvolgere ogni tipo di territorio provinciale e suscitare la partecipazione attiva dei contadini, soprattutto dei giovan}. La sezione «madre» sarà a Demonte nell'Istituto professionale per l'agricoltura; le altre località prescelte sono: Prati del Vallone (Pietraporzio), a 1750 metri di quota. Moretta, in pianura, nell'azienda Calliero che già possiede una adeguata attrezzatura e a Castelmagno. a 2 mila metri di quota, dove il comune già da due anni si occupa di un ricco giardino botanico. Il centro provinciale avrà a disposizione alcuni tecnici Gianni De Matteis

Persone citate: Alessandro Menghini, Calliero, Chiappini, Ferrarese, Giacomo Oddere, Gianni De Matteis, Granda, Paolo Ro, Piera Scaramella Petri, Roberto Paglietta