La grande «Aida» di Verona sarà presentata a Vienna
La grande «Aida» di Verona sarà presentata a Vienna Nello stesso allestimento curato nell'Arena La grande «Aida» di Verona sarà presentata a Vienna DAL NOSTRO INVIATO VERONA — La stagione lirica chiude il 30 agosto con l'ultima Aida e già si guarda al futuro. Il programma per l'estate prossima verrà deciso solo in autunno, ma gli spazi vuoti del calendario sono stati riempiti da altri appuntamenti. Verona ha piantato le-tende all'estero: Berlino, Vienna, recite delle opere più famose con il tutto esaurito, spettacoli «esportati» nell'allestimento dell'Arena, stessi cantanti, scenografie, costumi, interpreti. • L'anno scorso i tedeschi erano venuti a vedere la Traviata e non si sono accontentati. L'hanno voluta rivedere a casa loro: cinque recite in primavera nel grande teatro del palazzo dei Congressi di Berlino, 5 mila posti, cast eccezionale: Ricciarelli, Carréras, Bruson, Panerai. A Berlino l'Arena c'era già stata altre tre volte con Aida, un anno rispettivamente con Cavalleria Rusticana, Pagliacci e Trovatore. Quest'anno tocca a Vienna e gli organizzatori hanno fatto le cose in grande. L'Aida, sarà cantata su un palcoscenico monstre uguale a quello dell'Arena: sei recite nei primi dieci giórni di ottfr bre. E non basta: in dicembre l'Ente lirico «emigra» per 10 giorni a Lugano a rappresentare due opere e un concerto sinfonico. E' ormai il terzo anno, il repertorio, è quello classico: i titoli del '79 furono Tosca e Lucia di Lammermoor. Ma gli impegni non si fermano qui. Oltre ad esportare lirica all'estero Verona «produce» anche per il Veneto: cinque recite di Rigoletto entro la fine, di ottobre in provincia, scenografie e costumi dell'Arena. Bisognerebbe aggiungere i 46 concerti organizzati in città tra luglio e agosto, contemporaneamente alla stagione lirica e l'attività del Filarmonico, il teatro al coperto, 1400 posti. A pilotare questa grande fabbrica di musica che è l'Ente lirico ci sono due «comandanti» che sanno il fatto loro. Carlo Alberto Cappelli, sovrintendente, uri signore distinto innamorato della lirica che il tenore Pavarotti ha definito «uno dei pochi sovrintendenti che capiscono qualcosa in fatto di voci». £ il direttore artistico Aldo Rocchi, 59 anni, toscano, arrivato a Verona da Firenze dopo essere stato principale collaboratore del direttore artistico di quel teatro. Qual è il segreto dell'Arena? «Quello di essere un teatro popolare, nobilmente popolare», risponde Rocchi «con le sue regole». Un teatro con un'immagine musiCale ben precisa: molto Ottocento, un po'di verismo, tanta tradizione. Non c'è spazio per le novità? «Non ci può essere. L'Arena non sopporta esperimenti: è un teatro di livello internazionale per il 60 per cento del suo pubblico, dove bisogna offrire testi sperimentati secondo una tradizione interpretativa che non devii dalle aspettative del pubblico. Nel '78 ho proposto Madama Butterfly ed è stato un grande successo, ma era pur sempre nell'ambito di un filone già gradito al pubblico». Anche la Messa di Requiem diretta da Muti è stata un successo. Ci saranno altri concerti? - «"E' presto per dirlo — conclude Rocchi —. Il passaggio di Muti alt-Arena ha lasciato il segno. Certo organizzando una grande manifestazione concertistica: la Nona di Beethoven, il Messia di Haendel, un qualcosa di Berlioz, potremmo avere altri grandi direttori». ma. Il maestro Muli
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