Calcio-scommesse, la Federazione non si piega

Calcio-scommesse, la Federazione non si piega Ieri a Roma s'è svolto lo scontato passaggio delle consegne tra Franchi e Sor dillo Calcio-scommesse, la Federazione non si piega Appena eletto il nuovo presidente ha dichiarato: «Chi ha ancora prove venga avanti, vogliamo pulizia» - Una assemblea movimentata delle società dilettantistiche - Franchi: «Lascio una situazione peggiore di quella che avevo trovato» DAL NOSTRO INVIATO ROMA—Non si è neppure parlato di amnistia per il caso scommesse (i promotori non hanno presentato l'esposto dopo le reazioni generali contrarie), pochi tifosi della Lazio hanno avuto fiato al mattino —prima che la calura romana gli sciogliesse — per sostenere l'innocenza della Lazio-società, non ci sono state sorprese nel salone dei congressi dell'Hilton: Artemio Franchi ha lasciato la presidenza della Federcalcio nelle mani di Federico Sordillo, l'assemblea delle società (dilettanti, semiprofessionisti, professionisti) ha approvato il cambio della guardia con •' 4077 voti sui 4337 possibili, deleghe comprese. Ne bastavano 2169, secondo statuto. Buona partecipazione a larga maggioranza, quindi. Dietro la schiacciante apparenza delle cifre, sottili polemiche e qualche imbarazzo dei maggiori protagonisti, la solita sequela di parole fra sincere illusioni e l'attenzione a non impegnarsi. E qualche disavventura procedurale, dovuta alla tensione più che alla commozione largamente professata da tutti, chi parte e chi arriva. Sordillo- neo eletto che prima si dimentica di acclamare Franchi presidente onorario, poi aggiunge lo scomparso Pasquale ad Umberto Agnelli e Franco Carrara nominati «soci d'onore» per le passate presidenze. Quindi Righetti, presidente della lega professionisti, che saluta Franchi ma scorda il benvenuto a Sordillo. - Decisione, ed anche durezza, per l'argomento più scabroso, quello del caso scommesse. Franchi ha ripetuto che la federazione si è mossa con tempismo,-che adesso è comodo per molti dire «io sapevo». Ha aggiunto: 'Senna l'intervento della magistratura, però, non saremmo andati avanti nelle indagini, a noi dicevano altre verità. E' stata ed è una cosa molto grave, none finita, occorre riesaminare le norme disciplinari: Ma Sordillo, in proposito, ~ alla fine di un dlscCT5o'di~sa™ luto «giocato» a livello di arringa, con-toni ora smorzati ora roboanti, è stato deciso e preciso: « Chi ha prove venga avanti, le affermazioni "oh, se parlassi" sono vili Vogliamo fare pulizia, colpire duramente. La giustizia sportiva opera con tormento, ma con coerenza». Ne avrà del, lavoro, il neo presidente. Franchi ha ammesso, e non crediamo fosse una battuta ad effetto, «lascio una Federcalcio peggiore di quella che ho trovato». H passaggio delle consegne dà Franchi al cinquantatreenne avvocato penalista milanese era stato preparato con cura. Le riunioni provinciali e regionali delle società dilettantastiche avevano creato i presupposti per una unanimità di suffragi, i delegati si sono presentati con le loro' brave schede sui quali il nome di Sordillo era già stampigliato e hanno solo dovuto infilarle nell'urna. Fra il commiato di Franchi ed il saluto di Sordillo appena eletto, gli interventi sono stati vivacizzati da un delegato savonese, il quale non aveva gradito l'affermazione 'Sordillo è stato eletto da Franchi prima che si esprimessero le società nelle varie assemblee di Le- ga..» comparsa domenica mattina su «La Stampa», nella presentazione dell'assemblea generale. «Nora è vero, abbiamo fatto di testa nostra» sosteneva l'amico savonese. Otteneva consensi da una parte della base, un commento soddisfatto di Franchi. A noi, per quanto chiamati per nome cognome e ^giornale,' la Federcalcio non pensava di offrire una replica. Ci bastavano i consensi diretti di numerosi delegati, e soprattutto una battuta: «La verità è sempre dura da digerire». Intanto la base si era scal¬ data, sosteneva la propria autonomia decisionale: «Se Sordillo non dovesse operare bene, potremmo costringerlo ad andarsene, le carte federali ce lo consentono». Si riapriva l'antico dissidio fra dilettanti e professionisti (che non sarà mai sanato, per la diversità-di esigenze e problemi). I rappresentanti dei club «prò» avevano una reazione; dovevano intervenire a tranquillizzare tutti il presidente pistoiese Melani, con pacate parole, ed Ivanoe Fraizzoli (dopo gli applausi ai campioni d'Italia) con una mozione degli affetti reci- proci: 'Nessuna frattura, il calcio è uno solo». Interventi più concreti hanno riguardato le assicurazioni ai giocatori (11 rene, asportato, di un dilettante . toscano sarebbe stato «pagato» dalla Sportass 400 mila lire), gli impianti minori, la necessità di incrementare le iniziative per il calcio nella scuola. Nella foga dell'esposizione, un delegato ha annunciato la presidenza Sordillo ancora prima della votazione, ma vista la situazione nessuno è rimasto sorpreso. ArtemioJEtarichi aveva aperto i*Tavori chiamando tutti ad una riflessione, e ad un momento di silenzio, sulla tragedia di Bologna. Poi ha commentato la, relazione generale sul passato quadriennio, ha presentato la situazione contabile, entrambe approvate all'unanimità. Il presidente uscente ha ammonito a vigilare sulla violènza negli stadi, ha sottolineato il valore trainante della Nazionale («bilancio positivo fra Mundial ed Europei») ed ha ribadito: «La Federcateto va .ricontrollaia nelle strutture, adeguata alle realtà sportive, economiche e politiche che' song^, sorte». _ Bruno Perucca Roma. L'avv. Sordillo sorride dopo la nomina al vertice della Federcalcio (Telefoto Ap)

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