Metronotte geloso rapinò e uccise il massaggiatore-rivale; a giudizio

Metronotte geloso rapinò e uccise il massaggiatore-rivale; a giudizio Conclusa ririchiesta sul delitto di via Calvi, 1 ° marzo '79 Metronotte geloso rapinò e uccise il massaggiatore-rivale; a giudizio L'imputato è una guardia giurata, ha confessato - Per sua moglie (segretaria e amante della vittima) formulata l'accusa di rapina; sarà incriminata anche per omicidio? Tre colpi di pistola per interrompere una relazione e salvare un onore dubbio porteranno davanti ai giudici Antonino Noto con l'accusa di aver rapinato e ucciso il massaggiatore Emanuele Marlngola. La sorte della moglie, Corradina, origine della tragedia, è incerta: rinviata a giudizio per rapina rischia l'incriminazione per omicidio; La Procura generale ha infatti fatto appello per chiedere che anche la donna risponda del reato più grave. I personaggi del triangolo. Antonino Noto, 37 anni, corso Tassoni 6, originario della prò-' vincia di Trapani, guardia giurata del «Cittadini dell'ordine»; la moglie Corradina Di Pietro, 30 anni, segretaria-amante del-' la vittima, non rifiuta massaggi particolari ai clienti; la vittima, Emanuele Marlngola, 59 anni, proprietario di uno .studio, di massaggi più o meno terapeutici, in via Calvi 39. Giovedì, primo marzo '79, il Noto affronta l'estetista nello studio e gli spara tre colpi di pistola. La moglie, presente alla scena, racconta tra le lacrime agli agenti: > «Ero nel bagno, hanno suonato alla porta, è andato lui ad aprire, poi ho sentito gli spari Sono accorsa e ho trovato Marlngola a terra, morto, in un lago di sangue». Il castello di bugie però crolla in poche ore. Confessa l'omicida in questura: -E'vero, l'ho ammazzato io. L'ho fatto per gelosia, quell'uomo non voleva lasciar stare Corradina, \ la ricattava». n racconto è annebbiato da contraddizioni; la storia appare indecifrabile, la donna, che afferma di essere stata oppressa dalle attenzioni particolari del suo datore' di lavoro, nasconde qualcosa; la vìttima stessa ha una sua vita segreta che pesca nell'ossessione erotica. Irreprensìbile in casa, tutto famiglia e tv, rivela fuori una doppia personalità, una natura morbosa. Nell'elegante studio al primo plano di vìa Calvi vengono trovati registratori, giradischi, proiettori, attrezzi in libera vendita nei sexy-shops dei Paesi nordici Marlngola tiene anche un diario dove segna i salii di umore quando scopre che l'amante, dalla quale pretende fedeltà, non disdegna le attenzioni dei clienti. Registra le telefonate della donna, le «sedute» intime e con quel nastri cerca di assicurarsi l'esclusiva di una passione ossessionante. 'Mi ha costretta a prostituirmi e quando ho deciso di smetterla mi ha ricattato con i nastri registrati Allora ne ho parlato a mio marito» sostiene la donna davanti al giudice. E il marito: «Volevo sottrarre mia moglie a quella vita avvilente. Appena lei mi parlò di quella storia, andai nello studio per farmi consegnare i nastri, lui mi aggredì io sparai tre colpi senza neppure rendermene conto». Ma è proprio vero che Manngola aveva costretto la sua segretaria-amante a prostituirsi? E lei aveva ceduto alle attenzioni del maturo spasimante per amore, per interesse o per altra ragione? E il marito conobbe la relazione, come afferma, solo il giorno del delitto? Una perizia affidata dal giudice istruttore Oggè, incaricato dell'inchiesta, allo psichiatra Fornati e alla psicologa Fagiani fa nascere vari dubbi sulla personalità degli imputati. Oli esperti non esclu- dono che Antonino'Noto chiudesse un occhio sulle attività della moglie Forse sapeva e lasciava correre. Aveva imparato la strada del tavolo verde, della roulette, e i soldi non gli bastavano: forse non aveva insistito per sapere da dove arrivavano i quattrini E lei, la moglie, forse si sentiva un po' trascurata dal marito? Un uomo solo, sostengono i periti, non 1 e bastava. Cosi avrebbe cominciato cori il Marlngola: un po' di sesso in più e uno stipendio meno striminzito. Non sempre disdegnava le attenzioni dei clienti dell'ambiguo studio. E 11 Marlngola a fare il geloso, scenate di contìnuo. La storia si suggella cori tre colpi di pistola. Antonino Noto finisce davanti ai giudici con l'accusa di omicìdio. Per la moglie il giudice istruttore Oggè ha ora chiesto il rinvìo a giudizio per rapina, ma, dopo l'appello della procura generale, toccherà alla «sezione istruttoria» l'ultima decisione: la donna verrà processata anche per il delitto? n. pìet. Antonio moglie gelosia

Persone citate: Antonino Noto, Corradina Di Pietro, Fagiani, Oggè