Un paese resta senza ospizio per un testamento antilaico

Un paese resta senza ospizio per un testamento antilaico A Vico Canavese, sfrattati gli otto ricoverati Un paese resta senza ospizio per un testamento antilaico Nel suo lascito l'ex parroco ha stabilito che, in assenza di suore E così sarà fatto la Casa di riposo avrebbe dovuto^cssere chiusa Vico Canavese è un centro della Val Chiusetta abbarbicato poco oltre la provinciale che da Castellamohte porta a Tràversella. Un paese di montagna, ma forse più fortunato di altri. Trovi una scuola tra le più moderne del Canavese, costruita col lascito di un alto dirigente Olivetti, e una casa di riposo, pure ereditata, ma dall'ex parroco del paese, monsignor Pietro Ai mino, scomparso nel '70. Eredità destinata, a quanto pare, alla congregazione delle figlie della carità di Montanaro, che per anni hanno gestito la casa di riposo. Negli ultimi tempi le suore erano rimaste solo in due, con gli otto anziani ospitati da curare {«Da anni non accettavano più nessuno», dicono in paese). Ora sono state richiamate dalla casa madre. E, visto che non è stato reperito altro personale religioso femminile, secondo quanto stabilisce il testamento di don Almlno, la casa di riposo verrà chiusa e passerà in eredità all'opera di Montanaro, mentre la somma In denaro accumulatasi dopo 11 '70, grazie anche alle tante offerte del cittadini, dovrebbe essere assegnata agli enti locali. Per gli anziani della Val Chiusetta 11 futuro si dipinge di tinte fosche: «Quasitutti hanno trovato una sistemazione — ci dice l'avv. Piero Larghi; esecutore testamentario del lascito —: chi nuovamente in famiglia, chi in altre case di riposo». Ribatte Amabile Cassletto, che ha un panificio al centro del paese e da anni aveva affidato l'anziana mamma alle cure delle religiose: «Per i nostri cari si tratterà di cambiare abitudini, di cambiare vitto, tutte cose che a uria certa età possono diventare traumatizzanti. Questo escludendo i tanti problemi che insorgono: ad esempio mia sorella ha dovuto licenziarsi dal lavoro^ E al giorno d'oggi si sa cosa vuol dire perdere il posto». Il parroco del paese, don Silvio Margherlo, membro del consiglio di amministrazione della casa di riposo, scuote la testa: «Le clausole del testamento sono chiare. Senza le religiose non si va avanti. Mà con <un po' di elasticità potremmo evitare di perdere un bene a cui tutti noi abbiamo contribuito, con offerte e con aiuti per tanti anni. Si'voleva chiedere ad esempio l'autorizzazione ad utilizzare personale laico. Comunque a settembre sapremo se il provvedimento è definitivo. E' chiaro che speriamo di rimediare»: A parlare coi vlchesi scopri rabbia e delusione: «Siamo mortificati — dicono —: la sentivamo come una cosa nostra». Ma scopri anche qualche critica all'operato dell'avv. Larghi: «Lui sapeva tutto questo sin dall'inizio dell'anno. Perché non ha detto niente fino a luglio mettendo tutti e soprattutto gli ospiti, davanti al fatto compiuto?». «Ho agito com'era necessario —ribatte Larghi —: mi assumo ogni responsabilità». E intanto Vico perde la casa di riposo che da 50 anni era un vanto perla piccola comunità. E gli anziani perdono quella che era diventata col tempo la loro vera casa. Qualcuno non sa ancora dove andare.

Persone citate: Piero Larghi, Silvio Margherlo, Vico

Luoghi citati: Montanaro, Vico Canavese