Il nostro ambasciatore torna in Libia per sapere chi è l'italiano arrestato di Giuliano Marchesini

Il nostro ambasciatore torna in Libia per sapere chi è l'italiano arrestato Le ipotesi riguardano tre padovani di cui mancano notizie da tempo Il nostro ambasciatore torna in Libia per sapere chi è l'italiano arrestato TRIPOLI — L'ambasclatore italiano a Tripoli, Alessandro Quaroni, è rientrato ieri sera in Libia interrompendo le ferie che stava trascorrendo a Roma. E' stato lo stesso Ministero degli Esteri a chiedere all'ambasciatore di rientrare a Tripoli per ottenere maggiori informazioni sulla vicenda dell'italiano — la cui identità è ancora ufficialmente sconosciuta — arrestato nei giorni scorsi dal controspionaggio libico con l'accusa di aver cercato di corrompere con una fornitura di alcolici un sottufficiale, Secondo le prime Ipotesi, potrebbe trattarsi di un architetto o di un Imprenditore padovani, Edoardo Seliciato e Enzo Castelli, oppure di un geometra di Piazzola sul Brenta, in provincia di Padova, Orlando Peruzzo. Tutti e tre lavoravano in Libia e I loro familiari non riescono da diversi giorni ad averne notizie. DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PADOVA — Un intreccio di congetture sulla sorte di tré padovani, che sarebbero trattenuti dalle autorità libiche: uno di loro risulta arrestato sotto l'accusa di aver cercato di corrompere a Tobruk un sottufficiale e non si sa di quali vicende siano protagonisti gli altri due. Malgrado_i tentativi di assumere informazioni, a Padova nessuno riesce ancora ad inquadrare questo inquietante «affare». Nella confusione, spuntano tre nomi: Edoardo Seliciato, 35 anni, titolare di un'azienda di esportazioni; Enzo Castelli, architetto, anch'egli trentacinquenne, e Orlando Peruzzo, un geometra di 23 anni. Ma più in là delle supposizioni, per il momento, non si va. Quale storia stanno vivendo questi tre padovani che si trovavano il Libia per lavoro? L'arresto di Orlando Peruzzo da parte della polizia libica è comunque confermato dagli stessi familiari del giovane, che abitano a Piazzola sul Brenta, poco lontano da Padova. Parliamo con il cognato del geometra, Alberto Bressan, e con la sorella Luisella. Da circa sei mesi, Peruzzo lavorava in Libia come agente commerciale per conto di una ditta per l'installazione di impianti avicoli. «Lui — dice la sorella — non aveva interèssi particolari per recarsi laggiù: c'è andato soltanto per motivi di lavoro, lo assicuro. Adesso, chissà cos'è successo. Dov'è finito mio fratello?». Alberto Bressan racconta delle ultime notizie ricevute dal cognato: «Ha spedito Una lettera alla famiglia il 6 luglio scorso: è arrivata il giorno 13. Orlando non diceva nulla d'importante, faceva sapere le solite cose, di come stava e del lavoro che lo impegnava laggiù. Avvertiva che, con ogni probabilità, sarebbe tornato a casa il 6 di agosto». •Era tutto normale — dice Luisella —, nessuno si sognava che Orlando potesse finire in un'avventura tanto drammatica. Abbiamo aspettato tranquilli il suo ritorno. Invece non s'è visto, né s'è saputo altro. Alla ditta ci hanno risposto che forse mìo fratello sarebbe rientrato una settimana dopo. Ma anche quell'attesa è stata vana». La madre di Orlando Peruzzo ha telefonato all'azienda, qui a Padova: l'hanno Informata che a suo figlio era stato ritirato il passaporto e non sapevano quale fosse il motivo del provvedimento. «Noi — racconta la sorella — abbiamo pensato che Orlando fosse ancora nel campo dove lavorava e non potesse nuoversi di là per via del ritiro del passaporto'». La notizia dell'arresto del geòmetra, la famiglia l'ha poi avuta dal titolare della ditta padovana, che era infine riuscito ad avere qualche sommaria informazione. «Cosi — riprende il cognato — siamo venuti a sapere che il S agosto autorità di polizia, o militari, si sono presentate al campo, a circa diciotto chilometri da Tripoli. Hanno chiesto se c'era Orlando Peruzzo. Lui era fuori, per lavoro: i colleghi hanno detto loro che lo avrebbero potuto trovare il giorno dopo, e hanno chiesto il motivo di quella visita improvvisa. Dobbiamo rivolgergli alcune domande, è stata la risposta». Orlando Peruzzo è tornato nell'alloggiamento nei pressi di Tripoli nel tardo pomeriggio, gli hanno riferito dell'intenzione delle autorità libiche di interrogarlo. «Ma io — avrebbe esclamato — non ho fatto niente. Non capisco. Comunque, staremo a vedere». L'indomani, Peruzzo è stato condotto in un ufficio e sottoposto all'Interrogatorio, sul quale naturalmente si è mantenuto un rigoroso riserbo. « Ci risulta—dice 11 cognato— che in giornata l'abbiano trasferito, chissà dove. A questo punto, s'interrompe il nostro filo di informazioni» ■ In casa di Edoardo Seliciato, a Padova, le informazioni sono ancora più scarse. Dice la cognata del titolare dell'azienda di esportazioni: «Tutto quello che sappiamo, lo abbiamo appreso attraverso i giornali. Sono dieci giorni che non abbiamo notìzie dirette» • Giuliano Marchesini