L'opposizione tedesca scava nella ferita della Ostpolitik di Tito Sansa

L'opposizione tedesca scava nella ferita della Ostpolitik L'opposizione tedesca scava nella ferita della Ostpolitik Schmidt accusato di «bancarotta» - Gli errori: reazione alla crisi afghana, incontro con Breznev, preparazione dei falliti colloqui con Gierek e Honecker DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — La crisi di regime in Polonia ha - raggiunto Bonn, scavalcando la Germania comunista, baluardo del comunismo ortodosso, la quale non ha risentito alcun contraccolpo degli scioperi nella vicina Repubblica a oriente dell'Oder-Neisse. Mentre a Berlino Est il capo di Stato e di partito, Erìch Honecker, veniva festeggiato per il suo 68' compleanno (e per l'occasione è stata presentata non solo nella capitale della DDR, ma anche a Bonn, la sua autobiografia) nella Repubblica Federale il capo del governo, Helmut Schmidt, è stato messo sul banco degli accusati per la «bancarotta» della sua Ostpolitik. Quattro volte il Cancelliere ha sbagliato — e molto —quest' anno, afferma l'opposizione democristiana: in occasione dell'invasione dell'Afghanistan, nel visitare Leonid Breznev, nel preparare i falliti incontri con il capo dèi partito comunista polacco Gierek e con quello della DDR, Honecker. E' necessario rivedere dal principio questa Ostpolitik, ha detto il vice di Strauss, Friedrich Zimmermann, «che serve soltanto ad appoggiarci sistemi bomunisti e nongli interessi degli uomini»: Sul banco degli accusati — visto che il Cancelliere è tuttora in vacanza sul lago di Brahm, presso Amburgo — sedeva ieri il suo portavoce, segretario di Stato, Klaus Boelling il quale ha ammesso durante una conferenza stampa che l'annullaménto degli incontri con Gierek e con Honecker è un «contraccolpo» per la politica di distensione, rifiutando tuttavia le parole «fallimento» e «bancarotta». A questa politica, nonostante il «contraccolpo», Bonn rimane fedele, ad essa non c'è alternativa; rincontro con Honecker «non è stato annullato, ma soltanto rinviato»; si spera di poter riprenderlo «forse già quest'anno», naturalmente dopo le elezioni del 5 ottobre; «occorre aspettare il momento adatto». «Certo — ha ammesso Boelling —la nostra politica non è una liscia strada asfaltala, non ci facciamo illusioni». Franz Josef Strauss, candidato dell'opposizione alle-elezioni dèi 5 ottobre, saltato immediatamente nella breccia aperta dal fallimento del «vertice Intertedesco», è d'avviso completamente opposto. Alla luce degli avvenimenti in Polonia non sostiene che Schmidt sia un illuso (ha troppa stima, dell'avversario), ma afferma che il Cancelliere ha «coscientemente distratto il mondo occidentale dai pericolosi obiettivi del comunismo» con il risultato che oggi quasi la meta dei cittadini tedeschi (il 47 per cento) è favorevole alla neutralizzazione della Germania. «I drammatici avvenirne» ti in Polonia hanno mostrato chiaramente quali disastrose conseguenze il sistema comunista ha avuto per la popolazione — ha detto Strauss davanti al direttivo democristiano-cristiano sociale, invitandolo all'offensiva —. Il colos¬ sale riarmo del blocco orientale causa catastroficìie carenze nei rifornimenti, e deve venir pagato dai singoli lavoratori. L'Occidente deve pertanto esaminare se con aiuti economici aiuta il popolo o se stabilizza il sistema comunista ». Secondo Strauss, il cancelliere Schmidt, con il suo viaggio a Mosca, «ha aiutato il Cremlino a infrangere la sua quarantena morale derivata dall'aggressione all'Afghani^, stan. I falliti incontri con Gierek e con Honecker avrebbero dovuto servire, nelle intenzioni di Mosca, al medesimo scopo. Schmidt si è pertanto messo al servizio di questa strategia, perché si riprometteva pubblicità elettorale». •Pii'i duro ancora di Strauss, se possibile, è stato il suo vice, Friedrich Zimmermann, il quale ha accusato. Schmidt di aver «gettato miliardi nel disastroso sistema economico polacco, senza neppure chiedere condizioni, mentre ne ha chieste alla Turchia, alleata nella Nato»; e di aver «spremuto l'ultimo marco dalle banche tedesche per salvare la sua fallita Ostpolitik». Ricordati tutti gli «errori» commessi da Schmidt, Zimmermann ha messo in evidenza il fatto inconfutabile che Strauss hai «fin dall'inizio assunto una posizione giusta, per una Ostpolitik seiiìa illusioni, che non permetta margi?ii di manovra per le aggressioni sovietiche». Della Polonia parla soltanto l'opposizione, il governo continua a «ìioìi voler intromettersi», si limita a giustificare la necessita di rinviare l'incontro Schmidt-Honecker, addossandone la responsabilità a «difficoltà protocollari, ma con contenuto politico» fatte dalla Germania comunista. Corre addirittura la voce (e il segretario di Stato, Boelling, l'ha indirettamente confermata) che Honecker abbia rifiutato di far colazione con il Cancelliere di Bonn. Tito Sansa