Non volle il saluto di Pertini ora è pronta ad abbracciarlo

Non volle il saluto di Pertini ora è pronta ad abbracciarlo Annamaria Montani, che nella strage perse la madre Non volle il saluto di Pertini ora è pronta ad abbracciarlo «Non intendevo offendere l'uomo; andrò in Quirinale» - Ai funerali di Bologna fu il simbolo della silenziósa contestazione alle autorità - 11 padre: «Non dimenticherò quell'orrore» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BOLOGNA— «Signorina1 Annamaria, accetterà l'invito del presidente Pertini al Qui-\ rinaie?». Bionda, esile, i chiarii occhi fermi che contrastano! con il sorriso gentile, Anna-] maria Montani è la ragazza1 che, durante i funerali delle; vittime della strage di Bolo-! gna, ha rifiutato di stringere' la mano a Sandro Pertini, davanti alle bare nella.basilica! di San Petronio. Una delle ba- : re era quella di sua madre,! Rosina Barbaro, e Annamaria rimase immobile, come impietrita, eretta nell'abito nero, quando il presidente mosse verso di lei con la mano testa. E' un momento che Pertini non riesce a dimenticare. Ne parlò subito dopo, con indici-! bile amarezza. Arrivò a dire:! «Eppure mi ero allontanato' dalle altre autorità, mi ero\ messo vicino<al sindaco gangheri». Il sindaco che rappresentava il popolo adunato sulla piazza, che all'arrivo del Presidente della Repubblica gli aveva gridato: «Sandro, non stare con loro, vieni con noi».. - Ma il ricordo di quella mano rifiutata sembra essersi inciso come una ferita nella memoria del Presidente. E' tornato sull'episodio l'altro ieri,; parlava del suo prossimo; viaggio in Cina, ma ha Inter- j rotto il discorso per ripetere: | «Il rifiuto di Annamaria di' ' stringermi la mano mi ha fatto molto male. Voglio invitar-. la at Quirinale, convincerla ad ! accettare la mia Solidarietà e' anche i cento milioni offertidallo Stato». Perchè anche questi Annamaria ha rifiutato, pur aven-] do. usato i suoi ultimi risparmi per le spese conseguenti alla! morte della madre e per curare il padre, Luigi, che nell'esplosione del 2 agosto è .rimasto gravemente ustionato e ferito. Ora lo ha portato dall'ospedale di Sant'Orsola, dove ha ricevuto le prime cure, in una clinica privata. Ed è qui, al suo capezzale, che la incontriamo. «Si --dice — se l'invito mi verrà rivolto ufficialmente e se potrò lasciare solo mio padre, non vedo perché dovrei rifiutare». Qualche giorno fa aveva aggiunto: «Mi dispiace, molto di aver fatto quello che ho fatto. Non volevo assolutamente offendere l'uomo Sandro-Pertini. Ma hò visto in lui il rappresentante di questo governo. Ora accetterei volentieri di vederlo». Oggi ripete: «L'ho già detto. Non ho rifiutato lui come uòmo, ma come rappresentante delle istituzioni. Di quell'Italia ufficiale che ci sembra cosi lontana, còsi indifferente». Con il SUO gesto, Annamaria è diventata un po' il sim bolo di tutti quegli italiani che non si riconoscono più nelle .istituzioni, che sono disorientati e smarriti. Che si pongono la stessa domanda che Sciascia si è posto già due anni fa: «Perchè dovrei rischiare la vita, sacrificare qualcosa; per questo Stato?». Coerente con questa posizione, Annamaria ha rifiutato l'aiuto statale, ma ha accettato quello recatole dai giornalisti del Resto del Carlino, fruttodl una sottoscrizione tra i lettori, «perché viene dallo slancio di tanta gente come noi». Il padre di Annamaria l'ha ascoltata in silenzio. Ora parla, con voce pacata: «Si, penso die Pertini sia un uomo onestò, un galantuomo. Tutti lo hanno applaudito, quando è stato eletto. Ma quello che sta succedendo negli ultimi tempi, certo non sarà colpa sua, ma...». E la figlia interviene: «dalmati papà, non agitarti», perchè la voce dell'uomo si è rotta come in un singhiozzo. Luigi Montani riprende, con pena: «Perchè quel che ho passato, nessuno può immaginarlo. Vede, ero con mia moglie alla stazione, tra pochi mesi avremmo festeggiato ' i quarantanni di matrimonio. E all'improvviso è finito tutto, in un boato. Guardi — e mostra la mano coperta da ustioni, il polso rosso fuoco su cui è rimasta incisa, candida, l'impronta dell'orologio —la tenevo così, per mano. E di colpo mi sono trovato solo, sepolto in un groviglio di travi e di vetri, con intorno urla di dolore e di terrore e lei era scomparsa. Scomparsa per sempre...». Oli occhi sono rossi di pianto, la voce trema. E Annamaria si china su di lui. Trepida: «Calmati, papà. Basta, non pensarci più, non agitarti E' passato». Ma Luigi Montani scuote il capo, dice che no, non è passato: «Ancora adesso mi coglie un senso di vuoto totale, di annullamento, provo'la sensazióne di cadere in un abisso senza fondo. Non so se passerà mai». E scrolla ancora la testa, gli occhi pieni di lacrime. , g.mart.

Luoghi citati: Annamaria, Bologna, Cina, Italia