Pulici e il Toro di Gian Paolo Ormezzano

Pulici e il Toro COSI' PER SPORT di Gian Paolo Ormezzano Pulici e il Toro La questione Torino-Pulici non era insorta soltanto dallo scorso maggio, come dice 'il giocatore, ma dallo scorso anno. E ha radici-antiche. Pulici «nacque» al Torino, anzi al Toro, il giorno in cui il presidente Orfeo Pianelli lo vide giocare, ragasso, tutto coperto di sangue, e rifiutarsi di lasciare il campo. Da allora sia Pulici che Pianeili hanno fermissimamente creduto all'importanza dei-sangue: e il Torino mai ebbe giocatore più sanguigno, anche teatralmente, anche grandguignolescamente (certi turbanti; il polso fasciato per mesi; quel cadere urlando come se l'avversario lo stesse squartando, lo stesse gettando in aria per appenderlo a un gancio da macellaio). D'altronde il Torino ci stava, offriva giusti copioni al grande attore. Il tutto in buona fede reciproca, sia chiaro. E' stato un'lungo splendido equivoco. Pulici limitava con la sua teatralità il Torino, che però proprio di teatralità viveva, e mica soltanto quella dì Paolo Pulici detto Paolino, detto Pupi. Anche la gente ci stava, rideva per rito e intanto lo voleva, aspettava soprattutto i colpi dì Pulici nel derby: e siccome la commedia era recitata bene e in buona fede, ci credeva anche la Juve, e prendeva igol. Pulici è stato un grande, grandissimo giocatore di un piccolo calcio. E non piccolo per colpa sua. La Nazionale, che tutto sommato è asettica, mai ebbe davvero bisogno degli enzimi di Pulici. Adesso fra lui e il To-, rinoc'è la rottura, ma il «non dialogo» dura da un anno, non da qualche mese. Si può interpretare il tutto come un ennesimo sintomo, e il più grande, di vero amore. Pensa- ' teci: proprio fra chi si ama tanto, accade che non si parli mai del momento del distacco, della partenza. Calciatori maestri / cafetafort stranieri arrivati quest'anno tra di noi sono stati tutti dei perfetti maestri di relazioni pubbliche. In aereo devono aver ripassato alcuni preziosi manualettl. CòsìJuary dice che Avellino Vale, come atmosfera magica, il Brasile e il Messico dove ha vissuto; Brady scopre la bellezsa assoluta di Torino, imitato da Van de Korput; Falcao fra poco definirà Roma la città ideale per viverci, fra cittadini sommamente educati, ed elogerà l'università capitoli7ia„ dove con velocità alla Mennea (Pietro Paolo ha due lauree) diventerà dottore in giurisprudenza. Il tutto per ìa durata del contratto. Difficile che, come accadeva nel buon tempo antico (ricordate Law e Baker?), questi nuovi mercenari rilascino interviste sensazionali perché sincere ai giornali dei loro Paesi, dicendo che sono in Italia soltanto per soldi, vivono in apnea, magari (Falcao) hanno ottenuto l'appartamento strappandolo ad un padre di famiglia. Una volta si pubblicavano fuori Italia queste interviste, venivano riprese in Italia, loro smentivano, perlomeno ci si divertiva. ► Calgary, non Cagliari' Il mistero è svelato: Samaranch, neopresidente del do, non a Cagliari alludeva, quando parlava delle città candidate ai giochi olimpici del 1888, bensì a Calgary, Canada, in lizza perle Olimpiadi invernali contro Cortina, Italia. L'equivoco, ingrandito dalle notizie di agenzia, ha mobilitato a lungo anche l'attenta giunta comunale cagliaritana, ed è durato alcuni giorni; la città sarda ha smentito un po' vellicata-nell'orgoglio. Samaranch, forse temendo una vendetta sarda, non ha voluto rettificare, precisare. A Calgary la notizia non dev'essere mai arrivata. Oppure l'hanno portata le telescriventi delle agenzie, ma si è pensato ad un errore di battuta. Fra l'altro, in quasi tutto il mondo, e soprattutto in quello anglofrancofono, Cagliari si pronuncia con la *g» dura, Caghliari, più vicino dunque a Calgary, che pochi pronunciano correttamente, «Còlgari». D'altronde in Canada un italiano di Taranto è preso facilmente per un italo-canadese di Toronto, in inglese la pronuncia è uguale. Adesso aspettiamo il prossimo equivoco sportivo. Uno potrebbe essere, se la Fiorentina farà davvero le cose sensazionali che certi esperti le pronosticano, quello di scambiare il suo presidente,,Ranieri Pontello, con Gabriel Pontello, il pornoattore dei fotoromanzi di •Supersex». Anche perché pare che solo un Pontello superdotato possa galvanizzare la Fiorentina così di lontano, renderla gravida di scudetto: Ranieri Pontello sta a Sydney, Australia. I La pista dell'Italia Ogni anno, quando ci sono — nel senso che esistono ma non vivono veramente — i campionati italiani di ciclismo su pista, si scrive che la pista muore, che non ha spazio, che è -snobbata. Ogni anno si va verso campionati del mondo (in questo 1980 olimpico limitati poi ai soli professionisti) in cui i delegati della Federinternazionale e le loro, consorti sono più numerosi degli spettatori, anche perché sono gli unici spettatori. Forse bisognerebbe provare a sopprimere la pista, per aver la controprova. Non è detto infatti che una cosa che esiste e non interessa non possa essere appetita, se non esiste: in Italia, almeno. Paolino Pulici visto da Franco Bruna