Arrivano gli esami, si scatena il «mercato delle ripetizioni»
Arrivano gli esami, si scatena il «mercato delle ripetizioni» Il fenomeno delle lezioni private riprende dopo anni di crisi Arrivano gli esami, si scatena il «mercato delle ripetizioni» Ne sono protagonisti insegnanti e universitari - Per un ripasso di materie delle prime classi il compenso varia da 8 a 10 mila lire Torà; da 13 a 15 mila per l'ultimo anno di liceo - Sono almeno 15 mila gli studenti in cerca d'aiuto Nella lingua italiana c'è un verbo poco noto, che viene rispolverato d'estate. Oomp&re di preferenza su cartoncini formato biglietto da visita in mostra nei negòzi di maggior affollamento o sulle bacheche dell'Interfacoltà, quel locali che l'Università mette a disposizione degli studenti per i loro avvisi. LO si coniuga soprattutto nelle località estive, dove gran parte degli studenti e dèlie famiglie sta trascorrendo gli ultimi giorni di vacanza. Fra i primi c'è chi si prepara agli esami di riparazione (che si terranno, com'è noto, dal primo settembre). Questo verbo poco usato è «impartire». Impartire.ripetizioni, naturalmente. Il fenomeno delle lezioni private individuali e collettive quale sussidio didattico agli esami di settembre, è di antica data e tipicamente italiano, essendo del tutto o quasi sconosciuto all'estero. Attenuatosi dopo il '68 a seguito della contestazione e delle riforme, sta riprendendo ora vigore, soprattutto nell'ambito delle medie superiori, dove gli esami di riparazione sopravvivono. Implica un giro di molti miliardi, una cifra che non risulta certo da statistiche Ufficiali (le ripetizioni sono «lavoro nero», quindi sfuggono alle statistiche e alle tasse), ma facilmente arguibile se solo si getta uno sguardo alle tariffe correnti. Si passa da 8-10 mila lire, minimo, per una ripetizione su materie delle prime classi, a 13-15 mila lire per un'ora di greco o di latino a studenti degli ultimi anni del liceo. Qualcuno cita anche punte di 20 mila lire l'ora, ma sono casi sporadici, che non fanno te¬ sto, piccole speculazioni. La «domanda». Nella sola Torino su un totale di 46.418 iscritti alle scuòle superiori (pubbliche), sono circa il 30 per cento quest'anno i «rinviati a settembre». E precisamente: il 29 per cento negli istituti tecnici commerciali (ragionieri, periti e geometri), il 30 per cento all'artistico, il 24 per cento al classico, il 28 per cento allo scientifico, il 32 per cento tra i periti industriali. Òcchio e croce sarebbero/quindicimila i «clienti» potenziali, senza contare i privatisti, gli allievi dell'obbligc/(che spesso si fanno aiutarle anche loro) ed escludendo laturalmente tutti i rimanati (e sono tantissimi) che' pur essendo tali, preferiscono prepararsi da sé, perché piti volenterosi, o, pl\V semplicemente, perché non hanno i mezzi per pagarsi le ripetizioni, A soddisfare questa grande richiesta di «cultura ad ore», vi sono numerosi professori di ruolo e non, in concorrenza con altrettanti studenti universitari, più modesti, tuttavia, nelle loro pretese. «Sarebbe meglio non darle — dice un professore che "impartisce" ripetizioni — ma i nostri stipendi non bastano per vivere». «Sono un fenomeno deprecabile — dicono i sindacati, senza prendere posizione —. Non esisterebbero se la scuola desse una vera preparazione». Un male necessario, quindi, per studenti e professori. Che, come è già avvenuto per la scuola dell'obbligo, non verrà affatto cancellato dalle future riforme, se esse non incideranno radicalmente sull'attuale sistema. m. boc. mate sistema. m. boc.
Luoghi citati: Torino
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