Comperare quadri di giovani è un rischio e una speranza di Remo Lugli

Comperare quadri di giovani è un rischio e una speranza La ricerca di «beni di rifugio» contro l'inflazione Comperare quadri di giovani è un rischio e una speranza Un Morandi, veni'anni fa, costava un milione e mezzo, ora supera i 100 milioni L'opera d'arte, dicono gli esperti, deve soprattutto piacere - È comunque certo che tra i molti autori d'oggi si celano i maestri di domani: il difficile è saper scegliere In un'asta del giugno scorso,1 a Milano, un quadro di Morandi è stato venduto a 110 milioni. Nelle grandi aste di Londra capita che pittori moderni raggiungano anche il miliardo di lire. Venti anni fa Morandi costava, mediamente, un milione e mezzo, poi è salito a cinque, dieci, venti e via di- seguito. Allora, è questo dell'arte moderna il modo giusto per il buon investimento del denaro? Incominciamo a chiederlo a Ettore Gian Ferrari, gallerista milanese di gran nome, da 45 anni sul mercato. «I quadri modani, cerio, rendono, anche mollo ■— dice — ma c'è del rischio, bisogna saper scegliere, farsi consigliare e non pretendere di realizzare da mi giorno, all'altro. E' un settore delicato, nel quale non ci si. può avventurare con superficialità. C'è dentro troppa gente senza scrupoli». Sua figlia Claudia, che lo affianca nella galleria, chiarisce che contro i 300 galleristi milanesi dei quali, secondo lei, soltanto 20-25 fidati, ci sono tremila commercianti abusivi: medici, avvocati, ex industriali, ecc., che comperano e vendono attraverso una rete di amicizie. Milano non è, a quésto riguardo, un'isola a sé, lo stesso accade nelle altre grandi città. Toni Alien, che con Claudio Bruni conduce la galleria romana La Medusa, ritiene che, su 600 gallerie di Roma, una decina soltanto siano veramente valide e importanti in campo internazionale. Settore inquinato, quindi, che esige cautela, precauzione, verifica. Casimiro Porro, consigliere delegato della Finarte di Milano, dice: «Quando viene qualcuno che mi parla di acquisti solo per rivalutazione, rimango imbarazzato. Sonò clienti che non vorrei, perché non capiscono e non amano la pittura. Il quadro bisogna acquistarlo se lo si sente, perché per prima cosa esso deve offrire il servizio del godimento, il quale poi rappresenta l'interesse del capitale investito». Gian Ferrari ricorda senza rimpianto il periodo del boom, dal '.67 al 75, epoca del massimo deterioramento qualitativo della clientela: «Comperavano senza sapere perché, o meglio, perché qualche nome era di-moda. Sentivo dire: "A me non piace, ma mi hanno detto' che 'ci vuole". Adesso c'è uri ritorno al collezionismo serio, molti i giovani che comperano. E comperano giovani». 1 maestri hanno prezzi proibitivi, decine e decine di milioni, non sono materia per piccoli e medi risparmiatori. Ma anche i maestri furono giovani e qualcuno li comperò quando, costavano poche lire, eia rivalutazione di quei quadri rappresenta una fortuna. Anche adesso, naturalmente, ci sono i giovani, qualcuno dei quali sarà certamente un maestro di domani. Ma come fare la scélta? «Il segreto è uno solo — dice Guido Calzetti, titolare della Galleria Margherita di Roma —. Amando l'opera d'arte. Cioè scegliendo non per fare una speculazione, ma semplicemente quello che piace. Non seguire le mode, non lasciarsi imbottire la testa dai tentativi di convincimento da parte di chi insiste troppo, perché se insiste è facile che sia un propagandista che pompa delle pseudo opere d'arte. E' proprio a causa di individui come questi che è nata la crisi dell'arte figurativa. Ora il mercato sta riprendendosi, perché fortunatamente la gente incomincia a capire e ad agire con la propria 'testa, seguendo i propri istinti». li' evidente che anche il gallerista, come il cliente, si trova di fronte al medésimo punto interrogativo: quale sarà, fra tanii, quel giovane pittore che riuscirà ad affermarsi? Il gallerista ha il vantaggio di un certo grado di preparazione e di fiuto, e può, entro certi limiti, guidare l'ascesa, se le qualità ci sono; ma l'artista è sempre un uomo e come tale vincolatola tanti fattori. Ci può essere il giovane bravissimo, che ha in assoluto le qualità per riuscire, ma lungo la strada gli viene a mancare il fiato, la volontà di proseguire, la forza per superare gli immancabili ostacoli. A Calzetli chiediamo una indicazione, ad esempio, per quanto concerne là cerchia che lo riguarda. Risponde senza indugi: «Lo scultore Valentino TaacLuC«dmmrnvcppRrmrFrrpr Trubbianì, un anconetano di 40 anni, che ha già esposto anche alla Biennale di Venezia. Secondo me ha un futuro sicuro». Le sue opere costano adesso da uno a sette milioni. E domani? Calzct'i allarga"- le braccia: «Certo io non (leggo nella palla di cristallo». Alla Medusa, semprfe a Ro ma, sono pronti a mettere la mano sul fuoco per Elio riero, un giovane pittóre torinese «che ha tecnica e inventiva, due qualità essenziali — dice Alien. — Nell'ultima sua personale ha venduto bene, a prezzi intórno alle 450 mila lire. Ricordiamoci -sempre che Morandi. che adesso supera i cento milioni, trenta anni fa si comperava a 200-300 mila lire». In tema di giovani, Gian Ferrari suggerisce-di distribuire il rischio su un .certo numero, almeno cinque, per avere più probabilità di vederne uno raggiungere il successo. Tra i giovani e i maestri, o meglio tra. viventi e defunti, non c'è soltanto una diversa quotazione per il valore intrinseco, agisce anche sul prezzo l'Iva in misura diversa: 15 per cento sui viventi, 35 sugli scomparsi. «Con l'incongruenza — sottolinea Claudia Gian Ferrari — che le opere di Guidi, che ha 90 anni, pagano il 15, e quelle di ino Pascoli, morto a 29 anni, pagano il 35». Per certe tasche, l'opera singola può avere un prezzò troppo elevato anche se di un giovane. Ecco allora il settore delle litografie, cioè incisioni su rame o zinco o pietra, stampate in un certo quantitativo di esemplari, in genere un centinaio, tutte numerate, copie che hanno la bellezza e il sapore dell'originale (attenti però alla purezza del segno, perché c'è il pericolo d'incappare in una fotolito, cioè una fotografia di una litografia, che è cosa del lutto diversa). Maria Luisa Guaita, che ha la galleria «Il bisonte» a Firenze e si è specializzata in questa grafica come editrice, ricorda che le incisioni del grande scultore inglese Moore, nel '72, l'anno in cui espose le sue grandi sculture al forte fiorentino di Belvedere, costavano 200 mila lire, oggi valgono un milione e 300 mila. «Poco tempo fa ho ricomprato a 300 mila lire le litografìe di Soffici, che avevo venduto nel '62 a 30 mila. Peccato però — commenta — che i clienti si lascino soprattutto guidare dal nome, anche se il suo prezzo supera il milione, e non prestino sufficiente attenzione ai giovani, le cui litografìe costano generalmente centomila lire. Era questi giovani qualcuno emerge, di certo. E allora perché non tentare, visto che quello che offrono dà innanzi tutto soddisfazione visiva,?». Remo Lugli

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