Il libro bruno di Wagner per Cosima di Massimo Mila

Il libro bruno di Wagner per Cosima TRA GLI SCENARI DEL «TRISTANO» EI CASTELLI DEL RE FOLLE. L'AMORE PER LA FIGLIA DI LISZT Il libro bruno di Wagner per Cosima E' la raccolta delle lettere (ora pubblicate integralmente) scrìtte alla giovane amica quando non poteva fargliele recapitare Una passione tipicamente romantica: «Ci guardammo negli occhi senza far parola, sopraffatti da un desiderio violento» Quando lei è lontana (aveva un marito, il «povero Hans») il maestro annota: «Così triste come oggi non sono stato mài • in vita mia!» - Potranno sposarsi soltanto nel '70, dopo anni di attesa: già era nato Punico figlio maschio, Sigfrido. Il 9 agosto 1865, due mesii dopo la rappresentazione del' Tristano, Wagner lasciava Mo: naco per recarsi in villeggiatura. Il re gli aveva messo a disposizione una casa di caccia in cima al Hochkopf, un monticello fittamente rivestito di pini con vista incantevole sui laghi e le vétte delle Alpi bavaresi. Là Wagner sarebbe vissuto dodici giorni, senz'ultra compagnia che quella del domestico Franz Mravek e del cane Pohl. Non vi si poteva arrivare che a piedi, e perciò alcuni portatori li accompagnavano con provviste e suppellettili. Secondo il suo solito, Wagner saliva a perdifiato ed arrivò in cima per primo, con un grosso mazzo di chiavi per aprire il rifugio. Era ormai notte. Una stella solitaria aveva cominciato a brillare in cielo, e Wagner l'aveva subito battezzata ed invocata: Cosima! (Appurò poi che non era né Espero né Venere, bensì Giove). Nel rifugio, al buio finché non arrivò Franz con le luci, una confusione spaventosa. «Non si trova acqua. Dove c'è una fontana? C'eravamo scordati di domandarlo. Si fece una perlustrazione sulla montagna, nel bosco. Invano. Fatica di svestirsi. — Ahi! che guazzabuglio! Finalmente pane, vino e salsiccia. Ma niente acqua. Bisognò tirar fuori dai bagagli l'acqua minerale, che s'era portata a scopo di cura. Ma ora cominciò a farsi strada il buon umore. Franz aveva portato la mia vestaglia bianca. Drappeggiato nel suo splendore percorsi ancora più volte la cima boscosa in cerca d'acqua. Spuntò la luna: dovevo fare una figura celestiale!». Tra gli innumerevoli bagagli c'era pure un libro, più esatta' mente un diario, ancora intatto, rilegato in pelle, con dodici artistiche borchie di bronzo in cui erano inserite altrettante pietre verdi (malachiti), il tutto nella misura di venturi centimetri e mezzo per diciassette e mezzo, con un fermaglio che permetteva di chiuderlo a chiave. Era il Braunes Buch, il Li- foro Bruno che Cosima aveva donato a Wagner perché ci scrivesse dentro le lettere che non era possibile recapitarle durante la sua assenza. (E dalla prima pagina di questo diario, iniziato il giorno dopo, 10 agosto 1865, abbiamo appunto dedotto i particolari della faticosa salita e della laboriosa installazione nel rifugio). Di questo libro Wagner scrisse 241 pagine, fino al 1868 sempre in funzione di epistolario segreto con Cosima, poi, dopo la loro unione definitiva, usandolo come un diario qualsiasi. Preziosamente .conservato, nel venticinquesimo della morte di Wagner, Cosima lo donò alla figlia Eva, la quale purtroppo ne stracciò e distrusse sette fogli, ossia quattordici pagine, e cinque pagine biffò con una plumbea censura ad inchiostrò. Nel 1974 si riuscì con mezzi chimici ad asportare le cancellature, e il Libro Bruno, che fino allora era stato reso noto all'incirca per metà, venne pubblicato per intero in accuratissima edizione diplo¬ matica, molto abilmente introdotta e commentata, senza servilismo agiografico, da Joachim Bergfeld. E' ir documento straordinario d'una grande passione romantica. Cosima, in seguito, come papessa di Bayréuth. si sarà magari resa insopportabile, ma in quel difficile frangente della sua giovinezza s'era di-1 mostrata un'eroina di gran classe, districandosi con coraggio, tenacia e diplomazia in una situazione tormentosa. Non era una villeggiatura qualsiasi quella che Wagner aveva allora intrapreso, abbandonando poi il suo eremo dopo dodici giorni, vinto dal maltempo e dal fastidio per i turisti curiosi che venivano a ronzare intorno- alla capanna, per spiare, come una bestia allo zoo, il favorito del re. S'era ritirato lassù per cercare rimedio a una profonda depressione nervosa, originata da due motivi. Uno" era l'acerbo dolore per la morte repentina che venti giorni prima aveva fulminato il tenore Schnorr von Carolsfeld, il primo Tristano, un amico, non un cantante qualsiasi, stroncato dopo tre recite dalla tensione nervosa per l'enorme sforzo sosten u to. L'altro motivo, il tarlo vero che gli rodeva in fondo.al cuore, era . l'assenza di Cosima. Franz Liszt, in un ennesimo tentativo di strappare la figlia alla passione per l'amicq, l'aveva costretta a seguirlo in Ungheria — in compagnia del marito, Hans von Biilow! — nella lunga tournée dóv'egli veniva festeggiato come un eroe nazionale. La povera donna.venne trascinata per un' mese e mezzo, come un ostaggio al seguito del padre vanesio, senza possibilità di ricevere corrispondenza da Wagner (al quale aveva già dato una figlia, Isolde); Di qui il regalo del Braunes Buch, patetico serbatoio di lettere non inoltrabili. ' Vi si leggono violente esplosioni contro- Liszt e la sua bigotteria cattolica," in una delle pagine che Eva s'era poi affrettata a censurare e che solo da pochi anni possiamo leggere. Primo settembre 1865 (Wagner era già disceso dal monte, ma Cosima s'aggirava ancora nelle pianure pannoniche, aggiogata al carro del trionfo paterno): «Alla fine dovrò imparare a odiare l'amico! Già non credo nel suo amore. Quell'uomo non ha mai amato. Chi ama, può lamentarsi, e non entra in un rapporto particolare col buon Dio. L'uomo pio non ama: gli importa solo di dominare. So quel che dico. Tutta questa bottega cattolica mi sta profondamente sullo stomaco: chi si rifugia lì dentro, deve proprio avere molte ragioni di pentimento. Parlando in sogno tu una volta me l'hai rivelato: era stato terribile. Tuo padre non mi va giù. E se pure lo posso sopportare, ciò vuol dire che nella mia cieca indulgenza c'è molto più cristianesimo di quanto ce ne sia in tutta la sua bigotteria». Si può ben capire la furia di cui schiumava Wagner nel solitario ritiro estivo sul Hochkopf, se si pensa che Cosima gli. si era ormai votata anima e corpo. Con l'anima, il 28 novembre 1863, a Berlino, Wagner ci era andato per un giorno, a visitare von Bùlow ,che dirigeva colà un concerto. Nel pomeriggio Hans provava con l'orchestra, e Wagner condusse la signora a fare una passeggiata in carrozza. Ecco come raccontò poi il fatto nell'Autobiografia. «I nostri scherzi si persero allora nel silenzio: ci guardammo negli occhi senza far parola, sopraffatti da un desiderio violento di confessarci quella verità che pure non aveva ormai bisogno di parole e ci opprimeva con la coscienza della nostra infinita sventura. Tra lacrime e singhiozzi sigillammo la promessa di appartenerci esclusivamente l'uno all'altra». Stabilita l'unione delle anime, quella dei corpi seguì sette mesi dopo, il 29 giugno 1864 Cosima venne da sola nell'abitazione di Wagner sul lago di Starnberg, mandata avanti dallo stesso Bùlow perché accudisse alla casa dell'amico. Lui arrivò poi discretamente il 7 luglio, per partecipare alla villeggiatura. Questo, del governo della casa, era un chiodo fisso di Wagner, e gli serviva da domestico accàlappiafanciùlle. Nel '63 a Penzing, presso. Vienna, ne aveva rivòlto l'invito a Matilde Maier, bella e distinta signorina che lo declinò con garbo, pur mantenendo inalterata venerazione per il maestro. Continuarono a scriversi, e il 22 giugno 1864 — quindi dopo la fatale passeggiata in carrozza con Cosima-sulla Promenade di Berlino .— le rinnovò l'invito, .questa volta dalla Baviera. Sètte giorni dopo, Cosima entrava nella sua casa di Starnberg, e non solo per accudirli e/al governo. agner si precipitò a scrivere un'imbarazzata lettera a Matilde: «D'un mutamento della nostra situazione reciproca npn si può perora più parlare». (Wagner faceva grande uso di sottolineature). Ma non gli pareva contese liquidare con un brutale benservito una così gentile creatura, e mantenne con lei un elevato ed innocente scambio di corrispondenza. Ahimè! Cosima se ne accorse ( o forse Wagner stesso non glielo nascose) e dall'Ungheria riuscì a fargli pervenire una lettera di gelosia (forse per ripagarlo della sua stessa mone¬ ta). La risposta di Wagner è un'altra delle pagine censurate e oggi ricuperate del Braunes Buch. «Buon giorno, cattiva bambina! che le iteracela mi hai scritto ieri!» e va avanti prendendo le difése dell'«infelice M. M.», e redarguisce, sarcastico o scherzoso: «E tutto questo mentre tu laggiù sguazzi in gioia e voluttà, e io qui languisco triste e malato tra nuvole e nebbie!». Le circostanze tempestose della vita di Wagner si rivoltavano contro di lui come un nido di vipere. Un'altra fonte di gelosia per Cosima fu una lettera di commiato che Wagner aveva scritto, più di un anno prima, all'altra Matilde, la fatale signora Wesendonck, facendogliela recapitare dalla comune amica Elena Wille. Matilde l'aveva sdegnosamente ré spinta. Un anno dopo la Wille' ebbe la felice idea di tornare alla carica, e questa volta la Wesendonck accettò la lettera e vi rispose. Apriti cielo! Agli interni affanni si aggiungeva dall'esterno l'assedio dei rispetti umani e delle convenienze mondane. La città di Monaco ribolliva di pettegolezzi intorno al terzetto Wagner-Bùlow-Cosima. Il 26 novembre 1865 un feroce attacco del «Volksbote» additava alla pubblica deprecazione il favorito del re, sanguisuga delle finanze statali. L'incauta risposta di Wagner, anònima, nelle «Miinchner Neuesten Nachrichten» fece' il resto. Il 10 dicembre dovette abbandonare la Baviera e rifugiarsi ini Svizzera, sempre sostanziosamente soccorso da Luigi II, il cui attaccamento alquanto morboso era un'ulteriore fonte di complicazioni. {«Questo amore re gale», scrive Wagner da Vienna il 26 ottobre 1865, «mi ha tutta l'aria d'essere una vera corona di martirio»).- La coraggiosa Cosima lo raggiunge una prima volta a Ginevra l'8 marzo 1866. Il 15 aprile Wagner si stabilisce a Tribschen, sul Lago dei Quattro Cantoni, e Cosima ve lo raggiunge il 12 maggio con' le tre bambine: Daniela e Biondine Bùlow, e la loro Isolde. Il 17 febbraio 1867, a Tribschen, nasce Eva. Ma un nuovo disastro è in agguato. Il re nomina Hans von Bùlow suo maestro di cappella, e per salvare'le apparenze Cosima deve ritornare a Monaco, in ufficiale convivenza col marito, per quindici mesi! Il 16 aprile 1867, alle sei di sera, Wagner annota nel Braumès Buch: «Così triste come ora non sono ancor mai stato in vita mia!!». Sei mesi dopo, la povera Cosima fece una rapida incursione da lui, per prendere le bambine che Bùlow voleva, o doveva, tenere con sé. E Wagner registra: «Così sei venuta ancora una volta: due notti e un giorno ti ha ospitata la mia casa. E adesso via! proprio via? — Dove? — dove sonò io lo so bene: nella tomba». La gelosia di Wagner si appuntava assai più contro il padre di Cosima che' contro il marito, a lui devoto fino all'autoannientamento. Wagner lo chiama sempre affettuosamente «der arme Hans», il povero Hans. Però anche lui, il povero Hans, lo faceva apposta per satanica malvagità, o non si rendeva conto dell'atroce ombra che gettava sulla lealtà di Cosima, ostinandosi a rivendicare la paternità di Isolde, nata nel 1865, cioè un bel po' dopo il giuraménto di Berlino e il primo pellegrinaggio amoroso di Cosima a Starnberg? Solo nel tardo 1867, durante l'ultima convivenza con Cosima, von Bùlow s'indusse a riconoscere il vero, non certo pubblicamente, ma nella ristretta cerchia dei tre interessati. Wagner tornò a Monaco, e rivide Cosima, nel 1868, per mettere in scena / Maestri Cantori. Ma non potè trattenervisi : che per due mesi. Il 24 giugno, tre giorni dopo la prima rappresentazione, dovette riprendere la Via dell'esilio svizzero. Nel Braunes Buch annotò: «C. promette di raggiungermi entro otto giorni». Non ci riuscirà, l'animosa donna, che il 24 luglio, ma questa volta per sempre. Da Tribschen tornerà a Monaco soltanto il 14 ottobre per regolare la separazione legale da Hans von Bùlow, che verrà pronunciata soltanto il 18 agosto 1870. Il 23 agosto Cosima e Wagner si sposano nella chiesa protestante di Lucerna. Il 6 giugno 1868 era nato Siegfried, finalmente un maschio in mezzo a tutte quelle Ève, Blandirle, Daniele, Isolde, e Wagner si accinge a metter giù le cullanti e prolisse note dell'Idillio di Siegfried, da eseguire non già per il felice evento, come spesso si afferma (e come avrebbe potuto sapere il sesso, così insolito, del nascituro?), bensì per il Natale dell'anno seguente, 1J870. Massimo Mila dprns«tclzsg Wagner accompagna Cosima, Biilow li segue con gli spartiti, in una caricatura di M. Schultze Richard Wagner a 52 anni, in una foto di F. Hanfstaengl