Agguato in Sicilia: assassinato il sindaco dc di Castelvetrano
Agguato in Sicilia: assassinato il sindaco dc di Castelvetrano Un altro uomo politico (dopo Mattare Ha e Reina) ucciso nel Trapanese • ■ a ■ * ■ . . . ti Agguato in Sicilia: assassinato il sindaco dc di Castelvetrano Vito Lipari, 42 anni, esponente del partito, era diretto in auto al municipio - Da una vettura i killer gli hanno sparato con lupara e rivoltelle - Non è esclusa l'ipotesi della vendetta - Ma nella zona, dal, '75, sono avvenuti 21 delitti e sette misteriose sparizioni NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE CASTELVETRANO — Un altro uomo politico democristiano è stato ucciso in un agguato in Sicilia dopo il presidente della Regione, Piersanti Mattarella (6 gennaio 1980) e il segretario provinciale del partito a Palermo, Michele Reina (9 marzo 1979). E' il sindaco di Castelvetrano, dottor Vito Lipari, 42 anni, sposato e con tre figli, vicesegretario del comitato provinciale della de trapanese dove, accanto all'assessore regionale all'Industria, Salvatore Grillo, rappresentava autorevolmente le posizioni della corrente doro Lea nell'isola capeggiata da Attilio Ruf fini. Nelle ultime elezioni politiche, nel giugno 1979, con oltre 44 mila voti di preferenza Lipari era risultato primo dei non eletti alla Camera nella circoscrizione della SicUia Occidentale. Aveva, dunque, un largo seguito. Spesso era contestato dagli oppositori — specie dai comunisti — per certe sue decisioni amministrative assunte le sei vòlte che, tra il 1968 ed il giugno scorso, era stato eletto sindaco di Castelvetrano. Il 2 luglio scorso era stato di nuovo eletto alla carica di primo cittadino: presiedeva una giunta formata da de, psi, pri. Ieri mattina, tranquillo, riposato, era uscito alle 9 dalla villetta al mare dove trascorreva con la famiglia i mesi estivi e che sorge presso la spiaggia «Trisclna», non distante dalle rovine di Selinunte. Aveva salutato la moglie, Caterina Leggio, di 38 anni, e i figli di 14, otto e cinque anni ed era salito sulla sua «Golf» diretto in paese, a sette chilometri di distanza. L'imboscata gli è stata tésa quando, percorsi cinque chilometri, si trovava quasi alle porte di Castelvetrano, sulla provinciale che da «Triscina» porta nella cittadina di 32 mila abitanti, uno dei più importanti centri del Trapanese per la produzione di olio e vino. Non vi sono testimoni e quindi, finora, la ricostruzione è sommaria. Comunque il sopralluogo della polizia scientifica ha permesso di stabilire che la «Golf» è stata affiancata da un'altra vettura dalla quale due o più killers hanno esploso parecchi colpi di pistola calibro 38 e calibro 9. Ma le numerose ferite sul cadavere e i fori nella «Golf» hanno consentito di stabilire che gli assassini hanno usato anche un fucile a lupara. Quindi erano almeno in tre: uno al volante, due a sparare un colpo dopo l'altro. Il dottor Pompei, un medico di Castelvetrano, dopo l'ispezione sommaria del corpo, ha detto che il sindaco ha ricevuto due colpi mortali alla nuca e al fianco sinistro. E' stato poi ferito da otto panettoni di fucile. Francesco Leggio, 45 anni, ferroviere e cognato del sin- daco Lipari, è passato di lì a poco, anche lui in automobile. «Credevo che Vito avesse avuto un incidente e mi sono avvicinato alla "Golf" finita contro un terrapieno, ma subito ho compreso che cosa era accaduto», ha riferito l'uomo, sconvolto, al sostituto procuratore della Repubblica di Marsala, Fausto Cardella, giunto subito a Castelvetrano per coordinare l'inchiesta. Con il segretario provinciale della de, Francesco Spina, in paese sono arrivati nella mattinata il prefetto e il questore di Trapani, Eduardo Somma e Giovanni Ai elio, il colonnello Mario Sateriale, comandante'della legione carabinieri della Sicilia Occidentale, investigatori della «Digos» e dei servizi speciali dei carabinieri. Perché il nuovo feroce delitto? Tutto è possibile. Nes- Antonio Ravidà (Continua a pagina 2 in nona colonna)
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