Elettronica, battaglia di giganti nella corsa al sempre più piccolo
Elettronica, battaglia di giganti nella corsa al sempre più piccolo Manovre per il controllo della produzione dei «microprocessori» Elettronica, battaglia di giganti nella corsa al sempre più piccolo TORINO — La lotta tra i giganti dell'elettronica per la spartizione del campo dei mi-, croprocessori, cioè.dei componenti di base dei compiiters, è ormai in pieno sviluppo: in America, in Giappone, e di riflesso in Europa. L'Italia, che proprio in questi mesi sta pagando, con la crisi di quasi tutta la sua industria di elettronica di consumo (tv, radio, Hi-fi), l'assenza dal campo della componentistica e della ricerca, sta ancora una volta a guardare. In America la Ibm, la Sperry Univac, la Burroughs e, per ultima, la National Cash Register (Ncr) si sono decise ad entrare in forza nel campo dei circuiti integrati, che sono la base della loro produzione elettronica, se non per raggiungere l'autosufficienza, al-' meno per prodursi «in casa» dal 50 al 60 per cento del fabbisogno. In Giappone, dove recentemente gli investimenti nella ricerca, non spinti dalla domanda spaziale e militare, erano scesi notevolmente, le autorità si sono allarmate e sono corse ai ripari,' destinan-i do 1500 milioni di dollari al settore della componentistica elettronica (rappresentato da Nec, Matsushita, Hitachi e Toshiba). Nel settore della miniaturizzazione ogni 5 anni si passa ad un nuovo ordine di gran dezza e ogni volta le capacità di calcolo sono moltiplicate per dieci; nessun altro settore industriale ha una velocità di evoluzione paragonabile. Si è riusciti a collocare su superf ici via via più piccole un numero sempre più grande di informazioni. Essendo i circuiti integrati le 'Cellule nervose» dei grandi calcolatori è chiaro che nel campo di questi ultimi dominerà chi riuscirà a restare all'avanguardia nella tecnologia micro-elettronica. Il ciclo di vita dei microprocessori, come in genere dei componenti elettronici, diventa sempre più breve, ciò che era all'avanguardia ieri, oggi è già sorpassato, e questo richiede da un lato fortissimi investimenti nella ricerca e dall'altro un collegamento molto stretto con l'industria utilizzatrice e con i programmi pubblici nei settori delle telecomunicazioni, aeronautico, spaziale, degli armamenti, dell'energia. Nessuna delle aziende eu¬ ropee, e neppure giapponesi, ha le dimensioni dei giganti americani, e quindi la possibilità di mantenere i loro laboratori di ricerca e di ottenere le loro economie di scala. Dovrebbero allora intervenire i piani governativi. In questa direzione si muove, come si è detto, il Giappone, che si sta impegnando in un grosso sforzo di sviluppo autonomo dell'industria nazionale. La Gran Bretagna punta sulla Inmos alla quale sono stati destinati grossi fondi pubblici (questa società ha anche tentato di portare via alcuni tecnici alla americana Mostek. uno dei giganti specializzati nei microprocessori, provocando la reazione di questa che ha citato gli inglesi davanti ài tribunali). Il piano britannico prevede uha spesa di 650 miliardi di lire da qui aU'81. Ma la politica più organica è quella della Francia, che in questo può sfruttare la felice esperienza della fusione della Compagnie Internationale pour l'Informatique (Cii) con il gruppo americano Honeywell-Bull,. fusione tenuta a battesimo nel '66 da De Gallile, che vi vedeva realizzata una certa idea di indipendenza nazionale. il piano per la componentistica francese prevede una spesa di circa 600 milioni di franchi che andranno in parte alla Thomson (che nell'ambito delle direttive del governo è la società capofila nel settore dell'elettronica di consumo), in parte ad altre industrie nazionali che dovrebbero raggrupparsi intorno alla Secimos, una società costituita di recente e che dovrebbe avere nel campo dei circuiti integrati la funzione di guida che ha la Thomson in quello dei televisori e dell'elettronica di consumo in genere. Ma il governo di Parigi ha anche indotto grandi imprese che finora poco o nulla avevano avuto a che fare con l'elettronica, come la Matra e la Saint-Gobain, a impegnarsi in questo settore-chiave. La politica francese punta su accordi con i colossi americani specializzati nella componentistica. La scelta sembra stia per cadare sulla Intel, meno grande della Texas Instruments, della Faichild, della Motorola e della Mostek ma molto dinamica e con un trend di innovazione fortemente accelerato. Vittorio Ravizza
Persone citate: Burroughs, Sperry, Thomson, Vittorio Ravizza
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