Varsavia: sciopero blocca gli autobus

Varsavia: sciopero blocca gli autobus La città è rimasta paralizzata Varsavia: sciopero blocca gli autobus Scarse le notizie sulle agitazioni nel resto della Polonia - Ma si sa che in 300 fabbriche gli operai hanno incrociato le braccia ieri VARSAVIA — E' proseguito ieri lo sciopero degli operai di tre dei dieci depositi di autobus di Varsavia, mentre i lavoratori di circa ,200 fabbriche di altre città hanno incrociato le braccia per sostenere le loro rivendicazioni salariali. Sebbene lo sciopero dei conducenti di autobus abbia provocato la chiusura di appena un terzo dei depositi della capitale, la maggior parte degli autisti sono rimasti a casa e i trasporti cittadini sono rimasti praticamente paralizzati. Alcuni autobus sono stati fatti funzionare con «autisti ausiliari» non pratici dei percorsi. Essi hanno dovuto rivolgersi ai passeggeri per chiedere gli itinerari da seguire. Lo sciopero ha avuto inizio lunedi a mezzogiorno, ma i giornali e gli altri organi d'informazione non ne hanno parlato per cui la popolazione di Varsavia è stata colta di sorpresa. Di quello che succede in provincia finora non si è' saputo nulla. Gli scioperanti chiedono più alti salari e una migliore conduzione manageriale: protestano inoltre per la scarsità di carne e di altri generi alimentari. Lo sciopero dei trasporti urbani è cominciato a Varsavia due giorni dopo che l'amministrazione cittadina aveva concesso un aumento salariale mensile di circa 25 mila lire agli ospedalièri che sabato avevano concluso uno sciopero durato sei giorni. Gli spazzini che hanno scioperato nei giorni scorsi adesso guadagnano da 126 a 150 mila lire al mese. Il salario medio in Polonia è di circa 140 mila lire. Il recente raddoppio del prezzo della carne ha provocato una serie di scioperi. I lavoratori delle fabbriche di Varsavia e di Danzica, sul Mar Baltico, e i lavoratori dei trasporti di Lublino hanno ottenuto anche loro aumenti salariali dopo avere «interrotto il lavoro» (cosi le autorità definiscono l'azione di sciopero). L'industria mineraria, principale fonte di valuta pregiata per il Paese, finora è rimasta esente dagli scioperi. I minatori polacchi sono considerati una categoria privilegiata perché hanno salari più alti e sovvenzioni alimentari. L'ondata di agitazioni che ha colpito la Polonia nelle ultime sei settimane rappresen- ' ta una grave minaccia all'economia di questa nazione di 36 milioni di abitanti. Il Paese si trovava già in una difficile situazione economica per una direzione manageriale unanimemente giudicata scadente e là cattiva pianificazione. Ma è stata, soprattutto la scarsità di viveri a causare il, fermento fra la popolazione. Dopo il congresso del partito comunista di febbraio l'ex primo ministro Piotr Jaroszewicz, ritenuto responsabile di parecchie inadempienze del programma economico, si è dimesso ed è stato sostituito dà Edward Babiuch. Questi in primavera ha dato il via ad una nuova politica economica, ma i suoi provvedimenti, pur essendo giudicati efficaci, non sono stati ancora sufficienti a raddrizzare la situazione finanziaria della nazione. L'aggravarsi della situazione economica ha portato alla fine ad una serie di scioperi. Essi sono cominciati perché nuove tecnologie nell'industria meccanica richiedevano alla manodopera più efficienza a parità di salario. Ciò ha causato risentimenti anche perché le innovazioni hanno coinciso con aumenti del prezzo della carne. La situazione è tuttora critica. Gli scioperanti chiedono miglioramenti salariali e di solito li ottengono, ma gli esperti prevedono che la maggiore liquidità farà aumentare il tasso d'inflazione, annullando in breve i vantaggi degli aumenti salariali.

Persone citate: Edward Babiuch, Piotr Jaroszewicz