Forse in un documento segreto Usa i nomi dei «killers» del magistrato

Forse in un documento segreto Usa i nomi dei «killers» del magistrato L'inchiesta a Palermo sull'uccisione del giudice Costa Forse in un documento segreto Usa i nomi dei «killers» del magistrato Il rapporto riguarda i mafiosi residenti nel New Jersey e che hanno contatti stabili con la Sicilia - Interrogata nel carcere di Roma la cantante Ferrara che sarebbe amica di uno degli italo-americani di cui è stata richiesta l'estradizione DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PALERMO — Lasciando Palermo, Camillo Rocco, vice capo della polizia, ha ammes so con franchezza che «Le prospettive non sono rosee" Rocco, responsabile della Criminalpol italiana, ha coordinato le indagini sull'uccisione del Procuratore capo della Repubblica, Gaetano Costa. A Roma—ha detto — riferirà gli sviluppi della situazione al ministro dell'Interno Virginio Rogoni. Lo stesso ministro, d'altronde, venuto venerdì a Palermo per i funerali di Stato in cattedrale, si. era reso conto di quanto difficili-siano le indagini. Si gira a vuoto e si smorza il ritmo dell'inchiesta. Prende piede — non diversamente da quanto accadde subito dopo gli altri delitti di persone note e importanti — la sensazione che anche stavolta mandanti ed esecutori rimarranno ignoti. Soltanto i quattro presunti killers del capitano dei carabinieri Emanuele Basile (l'ultima vittima prima di Costa, ucciso a Monreale, alle porte della città, la notte del 4 maggio) sono in carcere: due, in passato, furono anche indiziati per altri omicidi ma andrà a finire che riusciranno a dimostrare d'essere innocenti? Il più probabile nel -casoCosta è sempre il filone che porta direttamente negli Stati Uniti e in Canada con i rapporti tra mafiósi e trafficanti internazionali di stupefacenti. A suo tempo, dopo l'uccisione del vicequestore Boris Giuliano, dirigente della Squadra Mobile che aveva cominciato ad indagare con successo sui mafiosi implicati nel traffico, il raggio dell'inchiesta fu ristretto a questo ambiente che vanta altissimi appoggi da parte delle «famiglie» statunitensi di «Cosa nostra» e può contare su un enorme fiume di dollari. «Abbiamo messo le mani su un bubbone malefico», disse tempo fa il successore di Boris Giuliano, Giuseppe Impallomenì, riferendosi alle decine di arrestati (gli accusati in tutto sono 77, per 12 dei quali sta per essere avviata la pratica per l'estradizione dagli Stati Uniti in Italia) nell'inchiesta su mafia e droga. Proprio ieri Giovanni Falcone, il giudice istruttore che la segue da vicino, è andato a Roma a interrogare in carcere la cantante di musica leggera Esmeralda Ferrara, sospettata di essere un «corriere» della droga. Incinta al sesto mese la giovane sarebbe l'amica di uno dei siculo-americani da qualche tempo tenuto d'occhio a Brooklyn anche dalla «Dea», l'ente governativo statunitense preposto alla lotta ai trafficanti di droga. La Ferrara (anche il suo patrigno è finito in carcere) è stata arrestata il mese scorso a Roma alla stazione Termini. I militari della Finanza la bloccarono mentre scendeva dal treno proveniente da Firenze. La cantante saprebbe molte cose sul «giro» della droga che a Palermo aveva destato l'interesse del procu¬ ratore Costa soprattutto in relazione al riciclàggio dei dollari provenienti dal traffico. In particolare il magistrato ucciso aveva preso visione di un rapporto inviato all'autorità giudiziaria italiana dal «Dea», dal Fbi e da una commissione d'inchiesta sulle attività di presunti mafiosi residenti nel New Jersey. La presidenza della Regione Siciliana ha diffuso ieri il seguente comunicato: «Numerosi organi di stampa hanno pubblicato in questi giorni che negli ultimi anni si sarebbe avuta in Sicilia una proliferazione incontrollata degli istituti di credito e dei loro sportelli. Appare doveroso precisare, invece, che proprio negli ultimi anni, e cioè dal giungo 1976 in poi ad oggi, e quindi durante la presente legislatura, non è stata concessa alcuna autorizzazione al. credito a nessuna banca, comunque configurata, e non è stata consentita l'apertura di alcun nuovo sportello nel quadro delle banche esistenti". «E' vero, al contrario — conclude il comunicato — che dal 1976 ad oggi è stata autorissata la chiusura di undici sportelli tra quelli già operanti». Antonio Ravidà

Persone citate: Antonio Ravidà, Boris Giuliano, Camillo Rocco, Emanuele Basile, Gaetano Costa, Giovanni Falcone, Giuseppe Impallomenì, La Ferrara, Virginio Rogoni