Se paghi con centomila tira fuori i documenti di Giuseppe Zaccaria
Se paghi con centomila tira fuori i documenti In banca e negli uffici postali Se paghi con centomila tira fuori i documenti Lo ha stabilito il magistrato di Reggio Calabria per la lotta contro i sequestri Un precedente che, non ebbe seguito ROMA — Attenzione: da oggi, prima di consegnare biglietti da 100 mila lire a uno sportello bancario o ad un ufficio postale, accertatevi di avere in tasca un documento, o almeno di avere vicino un amico in grado di garantire per voi. Altrimenti, rischiate grosso: i cassieri hanno adesso l'obbligo di identificare chiunque adoperi per i pagamenti anche una sola banconota di grosso taglio. E se non dovessero riuscirci, devono trattenere il danaro e chiamare il «113». L'ordine arriva dalla Procura di Reggio Calabria: Francesco Colicchia, un magistrato impegnato in numerose indagini sui sequestri di persona, è convinto che questo è l'unico modo per risalire ai «riciclatori » del danaro ottenuto con i riscatti. La sua ordinanza porta la data del 7 agosto scorso, ha acquistato validità due giorni dopo e resterà in vigore fino al 9 ottobre. Il primo a recepirla è stato il ministero delle Poste, con una circolare spedita a tutti gli uffici: anche gli istituti di credito stanno ricevendo però fonogrammi di identico contenuto. In pratica, fra pochi giorni, se la disposizione sarà mantenuta, le banconote da 100 mila acquisteranno quasi un corso semilegale, escluse come saranno, per. ovvie ra-, Rioni di praticità, da ogni operazione bancaria. Fra i cassieri, là reazione è di vero sconforto. Secondo l'ordinanza del magistrato calabrese ogni agenzia bancaria, ogni, ufficio postale dovrà tenere un registro su cui annotare, per ogni operazione in cut compaiono te da 100 mila lire, i numeri di serie dei biglietti, e quello del documento che il possibile riciclatore ha esibito. Se il documento manca, l'annotazione dovrà contenere le generalità dell'eventuale garante. E se il.garàntè non c'è? Allora le banconote da 100 mila diventeranno automaticamente sospette, dovranno essere «trattenute» e il fatto «segnalato all'autorità giudiziaria». Come se non bastasse, registri e annotazioni andranno depositati presso i commissariati di ps o i comandi dei carabinieri. Ma come può nascere, un'iniziativa del genere? Un'indagine tra magistrati e funzionari calabresi riserva subito1 una sorpresa: la decisione ha un precedente, che però era sfuggito a tutti. Due anni fa, nel lùglio, un magistrato di Vii» Valentia, il dottor Elio Costa, adottò la stessa iniziativa' dopo il sequestro del marchese Bernardo Toraldo. Per un verso il provvedimento era più esteso (i controlli dovevano riguardare anche le banconote da 20 e 50 mila), per un altro più contenuto (l'obbligo era limitato a banche e uffici postali della regione). L'ordinanza restò in vigore per due mesi, ma senza effetti pratici. La Calabria, soprattutto la provincia di Reggio, è terra di sequestri, e questo era già no- baneono^f to. Ma di recente è accaduto che un imprenditore, Antonio Russo, rapito il 30 ottobre dello scorso anno, sia stato rilasciato dopo dieci mesi di prigionia (per l'esattezza, il 3 agosto). Mentre il rapimento era ancora in corso erano già apparse nella provincia alcune banconote della prima rata del riscatto. I famigliari avevano pagato subito 300 milioni: i banditi avevano però Giuseppe Zaccaria (Continua a pagina 2 interza colonna)
Persone citate: Antonio Russo, Bernardo Toraldo, Elio Costa, Francesco Colicchia
Luoghi citati: Calabria, Reggio, Reggio Calabria, Roma
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