Le lettere della domenica

Le lettere della domenica Le lettere della domenica Oltre la pietà per le vittime I morti di Bologna pesano su tutti noi, come una follia atroce alla quale non riusciamo a porre rimedio. Alle vittime offriamo la nostra pietà; ai sopravvissuti, feriti nel corpo e nello spirito, la nostra solidarietà e la nòstra affettuosa partecipazione. Ma che cosa possiamo fare concretamente perclié il massacro non si ripeta? Non condivido l'uso politico cliè, anclie apertamente,, è stato- fatto di questi poveri morti. Ma da coloro che hanno consuetudine alla riflessione morale e civile -r- e fra i commentatori de La Stampa ve ne sono — vorrei sentire una parola illuminante sulle responsabilità di ciascuno di noi per quel che è avvenuto e sta. avvenendo in Italia, per quel che non dovrebbe più accadere. Sono sufficientemente vecchio per ritenere ingenua, quando non è in malafede, l'accusa a questo o a quell'uomo di governo, a questo o a quel singolo partito o gruppo: come se il perdurare per dieci lunghi anni di un terrorismo apparentemente senza ragioni non fosse stato reso possibile da un terreno di diffusa complicità indiretta, passiva e non cosciente. Se dolore, solidarietà ed esecrazione sono sinceri, devono poter tradursi in un mo, do di sentire, di parlare, di vivere, .che tolga davvero alimento alla follia omicida, Scendiamo purè in piazza, ma la nostra vera lotta al terrori smo e alle sue radici non può non continuare in ogni mo mento della nostra vita. E', o dovrebbe essere, la nostra stessa vita l'antitesi al terrorismo. G. Bianco, Torino Assistenza al volo: risponde Vltav In relazione all'articolo su La Stampa del 1° agosto con il titolo «Aeroporti: i radar at tesi ci sono, ma in magazzi nò», desidero fornire alcune precisazioni. Ils Cagliari: non è esatto clic il sistema di atterraggio strumentale non fosse «affidabile» all'epoca dell'incidente dell'aereo Àti; era, invece, semplicemente, sottoposto a operazioni di manutenzione straordinaria. Erano comunque funzionanti altre radioassistenze idonee alle ope razioni di avvicinamento e atterraggio' sull'aeroporto di Cagliari, quali il Vordme di ■Carbonara, il Ndb di Carbo nara, il Ndb di Cagliari e il ra dar di avvicinamento di Ca gliarl, installato |Sull'aeropor to di Decimomannu. E' vero che alcuni apparati di radioassistenza si trovano in magazzino in attesa di essere installati, ma non è esatto clie siano 18. come non è esatto che altri 28 apparati abbiano già visto scadere i tempi previsti, dalla programmazione originaria. I tempi della programmazione della legge Bozzi n. 825, inoltre, di massima sono stati fino ad oggi rispettati. Ils Cagliari e Pisa: gli apparati in esercizio a Cagliari e a Pisa non sono «assolutamente inservibili». Si tratta, invece, di impianti analoghi ad altri che operano regolarmente, la cui funzionalità viene assicurata da metodiche operazioni di manutenzione e di revisione a cura della ditta Ciset, che non ha declinato nessuna responsabilità, ma solo lamentato in passato una momentanea indisponibilità di materiale di ricambio, próntamente risolta e superata. Taratura degli apparati di radioassistenzaA al volo: il. contratto tra. l'amministrazione della Difesa e la società Ati non è scaduto a luglio, ma scadrà a dicembre 1980 per un totale di duemila ore di volo. Ciò nonostante, per far fronte ai crescenti controlli straordinari dovuti principalmente ai disturbi emessi dalle innumerevoli e incontrollate emittenti radio e tv, è stato richiesto l'intervento della Federai Aviation Agency, non per 400 ore, come è detto nell'articolo, ma per sole 150 ore Inoltre ritengo doveroso precisare che le registrazioni di tutti i controlli in volo, effettuati sia dall'Ali che dalla Faa vengono rivedute, controllate e ratificate da una organizzazione della Forza armata, pienamente in grado di giudicare la bontà e l'attendibilità dei controlli, e quindi l'efficienza operativa delle radioassistenze. Gen. DA. Cesare Fazsino ispettore Itav Ma quel quadro è significativo? Condivido la conclusione di Francesco Vincitorio nel suo articolo del 5 agosto («Ma quel quadro è significativo?»), che cioè occorra facilitare al massimo la possibilità di capire le opere d'arte, puntando su mostre organiche limitate ad alcuni artisti. Se l'obiettivo è facilitare la comprensione, il primo aiuto può venire proprio dai critici, purché avvicinino i lettori dei quotidiani al discorso'dell'arte con un linguaggio accessi bile. Ma quante volte accade? G. L. Passio, Oulx(TO) Tassa sulla grappa meglio che sul latte Mi spiace che le nuove tasse sull'alcool («Lettere» del 3 agosto) possano causare la perdita del posto di lavoro a chi opera nel settore, ma sinceramente, non mi sento di definire di primaria necessità i superalcolici. E parlo di sut peralcolici, non di vino da pasto. Gli interessati saranno pia contenti che l'imposta sia meno pesante di quella prevista in un primo tempo, ma sinceramente (e non sono astemio) preferisco pagare di più una bottiglia di grappa, che non il latte o il.pane quotidiano. Mario Verna, Chivasso Una fabbrica di pipe per la Calabria Da vecchio del mestiere segnalo a La Stampa, che si interessa dei problemi della ©alabrià. che à Serra San Bruno in parte dei boschi sono in corso i lavori della, Forestale che con macchine distruggono la radica d'erica, da noi chiamata «ciocco per abbozzi di pipe», per piantare dei pini. Questi lavori sono spese inutili, con poco frutto per l'economia della Calabria e con danno per la nostra categoria. Noi abbiamo la materia prima e la specializzazione per gli «abbozzi» della qualità migliore; e infatti i nostri grossisti esportano in molti Paesi del mondo e riforniscono tutto il Varesotto, dove esistono le fabbriche per pipe finite. Ma.nessuno si è ancora deciso a impiantare una fabbrica in Calabria, dando così lavoro, a centinaia di operai e facendo concorrenza a tutti gli altri produttori di pipe. Domenico Loprcte, Cariati Marina (Cosenza) Villeggianti contro il cemento Siamo mi gruppo di affezionati villeggianti di Solda, di cui apprezziamo la bellezza, la pace, la tranquillità. Purtroppo ogni volta che vi ritorniamo constatiamo con tristezza che nuove ruspe sono al lavoro e nuove case (alberghi, ma soprattutto appartamenti) stanno cambiando la fisionomia del luogo. Solda ci è troppo cara per assistere passivamente alla sua rovina. Se ha raggiunto un certo grado di benessere, lo deve soprattutto ai suoi affezionati turisti, decisi a non permettere che diventi un «prato di cemento» e a ricorrere, in caso di nuove costruzioni, anche alla magistratura per verificare la liceità delle concessioni edilizie. S.Taglioli, Solda (BZ) e altre 13 firme Redditi individua/i e di famiglia' Sonò d'accordo sulla sostanza dell'intervento sulla scala mobile nelle «Lettere della domenica» del 3 agosto: è ingiusto che la contingenza, intesa come adeguamento al caro-vita per una famiglia media, sia assegnata individualmente, con svantaggio di quei capifamiglia che hanno più persone a carico (le quali non lavorano, ovviamente). Anzi, io estendo questa preoccupazione alla consuetudine che sta prendendo piede fra i nostri legislatori di tassare indirettamente, facendo pagare tariffe differenziate, basandosi sul reddito individuale. Mi sembra superfluo ricordare che se un lavoratore guadagna dieci milioni l'anno, ma è l'unico a lavorare in famiglia, è «più povero» di un altro che. guadagna solo 8 milioni ma integrati da uno o più stipendi dei suoi familiari. Eppure chi decide se lo dimentica. Pino Grandi, Milano Per re Vittorio e la regina Elena Il lungo commento di A. C. Jemolo (La Stampa del 1"agosto) alla richiesta da parte di 200 deputati e di 62 senatori di seppellire nel Pantheon di Roma le salme di Vittorio Emanuele.Ili e della regina Elena mi sorprende poiché elenca giudizi storici negativi come spiegazione di un rifiuto. A Jemolo però contesto non i giudizi storici — che sono suoi — ma i principi morali che enuncia per proporre Superga anziché il Panthéon di Roma. Tra gli altri, quello che i sepolcreti, familiari o no, siano solo un simbolo, determinato il più delle volte dall'idea paganeggiante di riposare accanto a chi ci fu caro. Se fosse vero, dovremmo accusare la maggior parte dei viventi di simbolismo vano e di paganesimo, in ogni città del mondo. Il Pantheon di Roma è un meraviglioso edificio storico, ma come chiesa è un qualùnque luogo di culto, dove furono messi a riposare i genitori e il nonno di Vittorio Emanuele III, forse anche con il segreto intento di celebrare un proposito unitario dell'Italia nei confronti di chi non si rasseganava alla perdita di Roma da parte pontificia. Ridotto ai minimi termini, il problema non è di glorificazione, come sembra pensare Jemolo, ma di pura registra-, zio'ne di fatti storici e umani, i 262 parlamentari chiedono clie Vittorio Emanuele III e la regina Elena siano seppelliti al Pantheon di Roma poiché per 45 anni sono stati sovrani di un regno che ha avuto Roma come capitale. Le chiese di Roma, tante, sono piene di sepolcri sia di uomini che hanno bene operato nel giudizio dei posteri sia di uomini sui quali tanto si potrebbe ridire. Lasci dunque Jemolo a 262 parlamentari il diritto di richiedere una cosa opinabile, senza coinvolgerli in giudizi storici che potrebbero essere diversi da ciò che egli sospetta. E' un gesto di pietà verso morti che possono aver sbagliato ma elle dell'Italia nella sua interezza nei 45 anni di regno furono i rappresentanti e il simbolo. Giuseppe Costamagna deputato Non nel Pantheon dei grandi . Condividendo in pieno quanto motivato magistralmente dall'illustre A. C. Je molo nell'articolo «Non nel Pantheon dei grandi», dico anch'io: no. Sarebbe un ben triste segno dei tempi sd la tesi sostenuta non dovesse trionfare. • Tullio Bandini Colonnata (Firenze) L'impossibile sogno della pioggia d'oro Nella breve sintesi di Bernardo Valli su «L'impossibile sogno della pioggia d'oro» (La Stampa del 29 luglio) trovo gli elementi essenziali dell'avventura fallita dello scià di Persia e, mi pare, anche un implicito riconoscimento degli errori di valutazione compiuti dall'Occidente. Ma se l'industrializzazione forzata e la modernizzazione dell'Iran ha provocato la rivolta dèi clero islamico e della popolazione che vedeva andare ad altri i benefici della «pioggia d'oro», io non dimenticherei l'azione «esterna», soprattutto negli anni precedenti la rivolta, che ha preparato psicologicamente l'opinione pubblica occidentale alla caduta di Reza Palliavi. Marco Guerrini, Aosta Pubblicità Sip (anzi, marketing) ' Nella rubrica «Persone» dèi 31 luglio, Lietta Tornabuoni dedica un paragrafo «Al telefono». Mi permetto di intervenire per rispondere — anche per rispetto all'autorevole corsivista — alla domanda espressa alla fine del paragrafo («Sopportando già aumenti continui quanto i disservizi, non si potrebbero eco.nomizzare i miliardi di pubblicità del telefono, risparmiandoci almeno di essere presi in giro?»). Premesso che non si tratta di iniziativa pubblicitaria, perché non si propone di stimolare né nuovi telefoni né maggiore traffico, e clic non riguarda la sola Sip. ma tutto il settore delle telecomunicazioni, la campagna «Il telefono, la tua voce» rientra ira quelle iniziative definite di «marketing pubblico» perché dirette a informare il pubblico. Il servizio si migliora con gli investimenti è con l'organizzazione, ma' anche indubbiamente con un uso più appropriato. Per tale ragione la «campagna» si articola in due forme di comunicazione: quella che si propone di attirare l'attenzione del pubblico (con i messaggi definiti emotivi) e di trasformarla in interesse, l'altra che riguarda più specificatamente informazioni e notizie sul servizio (tariffe ridotte dèlia teleseleziòne. uso corretto degli apparecchi a disposizione del pubblico, segnalazione guasti, ecc.). Ciò sempre al di fuori di ogni spinta consumistica, ma anzi nello spirito di un maggiore e più approfondito dialogo con l'utente. , „ .' Lello dcRosa, Roma Direttore centrale suiieriore per le relazioni esterne. Sip