Le ultime memorie dello scià «Nessuno voleva ospitarmi»

Le ultime memorie dello scià «Nessuno voleva ospitarmi» L'ex sovrano accusa di doppiogioco l'Occidente Le ultime memorie dello scià «Nessuno voleva ospitarmi» LONDRA — Il settimanale Nowl pubblica l'ultimo capitolo delle memorie dello scià. «Risposta alla storia», revisionato dall'ex imperatore durante il suo esilio al Cairo, poco prima di morire. In esso Reza Palliavi, rifacendo la cronaca delle sue peregrinazioni dopo la partenza-da Teheran, esprime pesanti giudizi sull'atteggiamento dell'Occidente (in particolare degli Stati Uniti) nei suoi confronti: «E' sempre più difficile non ritenere che la politica occidentale in Iran e in pratica nel mondo intero — scrive lo scià, — sta pericolosamente miope, spesso inetta, e qualche volta assolutamente pazzesca». • Il capitolo s'inizia rivelando le numeróse «segnalazioni» ricevute subito dopo l'inizio dell'esilio (quando lo scià si trovava alle Bahamas) circa i sentiménti di «disagio» nutriti da Washington nella prospettiva che egli si recasse negli Stati Uniti? Secondo lo scià, la Gran Bretagna («a. ine ostile come sempre»/avrebbe influenzato il governo delle Bahamas inducendolo a inlimargli di lasciare il Paese entro dieci giorni. Dopo un soggiorno di quattro mesi nel Messico (per l'intervento deiyòx segretario di Stato Kissinger) lo scià si recò a New York per essere sottoposto a terapie'-mediche. «Durante il mio soggiorno all'ospedale di New York, i rapporti diretti con l'amministrazione Usa sono stati molto pochi. Il presidente Carter non mi Ita mai telefonato Dopo la cattura degli ostaggi dell'ambasciata Usa a Teheran, lo scià annota: «Benché Washington non si sia mai messa in contatto diretto con me, i segnali non lasciavano dubbi: l'amministrazione voleva che me ne andassi non appena le mie condizioni di salute lo avessero permesso». L"ex sovrano rife¬ risce poi "alcuni episodi che dimostrerebbero «il doppiogioco dell'Occidente» nei suoi confronti. Un episodio riguarda l'atteggiamento tenuto dal rappresentante britannico Anthony Parson : « Un anno prima egli era stato inviato di sua maestà a Telièran. Difficilmente potevo credere alle mie orecchie ascoltando il suo discorso all'Onu: "Lasciate die il popolo iraniano emerga ed esprimala sua rivoluzione...". Era la stessa persona che nel 1978, quando avevo in programma libere elezioni, mi aveva detto che se le avessi perdute — e con esse il mio trono — sarei stato ricordato dalla storia come un governante coerente con i propri ideali democratici». •Il suo atteggiamento — aggiunge lo scià — è stato un esempio classico del doppiogioco occidentale. Mentre ascoltavo (alla televir storie, ndr) il suo incredibile discorso, ho cominciato a', domandami se ci sia -mai stata una politica coerente accidentale nei confronti delltfran oltre agli sforzi, che hanno avu to successo, per distruggermi». L'Austria e la Svizzera risposero con un secco «no» alla richiesta di ospitare l'ex sovrano. Furono presi in considerazione il Sud Africa e la Gran Bretagna. «Subito dopo aver lasciato l'Iran — scrive Reza Pahlavi — fui informato die' Margaret, Tìiatdier mi avrebbe assicurato un asilo se avesse vinto le elezioni. Ma dopo esser diventata Primo Ministro fui informato che sarebbe stato un passo malaccorto per lei permettere il mio soggiorno. yt*—'—■—- Lo scià racconta infine le pressioni esercitate su di lui dal rappresentante della Casa Bianca, Lloyd Cutler, perché non accettasse l'asilo offerto dal presidente Sadat.

Persone citate: Anthony Parson, Kissinger, Lloyd Cutler, Reza Pahlavi, Reza Palliavi, Sadat