A Rovelli annullato mandato di cattura

A Rovelli annullato mandato di cattura Sentenza della Corte di Cassazione A Rovelli annullato mandato di cattura Era accusato di concorso in peculato per ì fondi bianchi dell'Italcasse - Latitante da 5 mesi DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Dopo cinque mesi di latitanza. Nino Rovelli può lasciare il rifugio in cui si è nascosto per evitare il carcere. La Corte di Cassazione ha infatti annullato il mandato di cattura che il 4 marzo scorso il giudice istruttore di Roma Antonio Alibrandi spiccò contro di lui nell'ambito dell'inchiesta sui «fondi bianchi» dell'Italcasse. Lo accusò, insieme con altri imprenditori molto noti, di concorso in peculato con i dirigenti e gli amministratori dell'Italcasse nonché di truffa ai danni dello stesso istituto che raccoglie le Casse di Risparmio italiane. Il mandato di cattura contro Rovelli, che per armi aveva gestito l'impero petrolchimico della Sir, e contro altri esponenti della finanza e dell'imprenditoria (come i tre fratelli Caltagirone, Raffaele Ursini, Mario Einaudi, Cario Aloisi, Arcangelo Belli, Alfio Marchini, Corrado Sofia, Mario Croff-, Giulio Tamaro, Faustino Somma), suscitò enorme scalpore. L'iniziativa del magistrato, il quale, inoltre, aveva ordinato l'arresto dell'ex presidente dell'Italcasse, il torinese Edoardo Calieri di Sala, di Giordano Dell'Amore, ex presidente della Cariplo. e della maggior parte dei dirigenti delle altre Casse di Risparmio che si erano succeduti nella carica di consiglieri di amministrazione dell'Italcasse, scosse il mondo finanziario e imprenditoriale italiano come un terremoto. Alibrandi giustificò il suo operato, non condiviso dal pubblico ministero, con il fatto che era scattata un'aggravante (quella della partecipazione al reato di più di cinque persone) che imponeva l'emissione dei gravi provvedimenti. A Nino Rovelli venne contestata l'accusa di aver ottenuto dall'I falcasse, tra prestiti e prefinanziamenti. 218 miliardi di lire tra il settembre 1970 e l'agosto del 1976. Il fatto che, a partire dal 1973, in coincidenza con le prime avvisaglie della crisi energetica (guerra di Suez), l'Italcasse avesse continuato a finanziare le imprese dell'impero petrolchimico di Rovelli già in dissesto, aveva configurato il concorso in peculato, oltre, che la truffa perpetrata dall'industriale perché aveva nascosto la reale situazione del suo gruppo. La Corte di Cassazione ha ora annullato il mandato di cattura «per violazione di legge». Secondo i giudici della sesta sezione penale della Suprema Corte, per poter contestare ad un privato, sia pure come concorso, il peculato (delitto che rientra tra quelli attribuibili ai pubblici ufficiali) occorre specificare gli elementi precisi che hanno portato a questa complicità, indicando come, dove e quando è avvenuto il «concerto illecito». . a. *•

Luoghi citati: Caltagirone, Roma, Suez