Londra: il conflitto tra i laboristi può favorire un «decennio tory» di Mario Ciriello

Londra: il conflitto tra i laboristi può favorire un «decennio tory» Il partito dilaniato dalle lotte tra sinistra e centro-destra Londra: il conflitto tra i laboristi può favorire un «decennio tory» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — E' destino dei partiti socialisti lacerarsi, e talvolta spezzarsi, in tormentose battaglie ideologiche. Tale è lo spettacolo che offre oggi il partito laborista britannico, che invece di combattere unito Margaret Thatcher e la sua controversa politica, è reso impotente da drammatici conflitti tra le sue molte correnti, tra la sinistra e il centro-destra. Non è la prima convulsione nella lunga storia del labour party, ma è tra le più gravi: e potrebbe portare a un divorzio e all'avvento di un nuovo partito socialdemocratico. Dietro le ideologie ci sono sempre le lotte per il potere. Il rafforzamento della sinistra nelle posizioni-chiave del partito dura da tempo, ma con la sconfitta elettorale del maggio '79 (quando soltanto il 28 per cento degli elettori votò laborista) la pressione è cresciuta. La sinistra domina ormai la direzione, l'executive, del labour party, attacca su molti fronti; chiede riforme e patrocina politiche che, a giu. dizio degli oppositori, sono pericolose, anacronistiche e antidemocratiche. La sua vittoria finale non è certa, però non può più essere esclusa. E'. una consistente possibilità. Cosa vuole la sinistra? Molte cose. Anzitutto vuole rovesciare la tradizione britannica che dà al gruppo parlamentare il primato sulla direzione del partito: per cui d'ora in poi il «programma elettorale» dovrebbe essere scritto dall'executive, cui spetterebbe, altresì la scelta del leader. Questo labour party così riformato dovrebbe quindi battersi per vasti interventi dello Stato nell'industria, pé*r una certa misura di protezio¬ nismo doganale, per il disarmo nucleare dell'Inghilterra e per un ennesimo riesame dei rapporti con la Comunità economica europea. Questa ascesa della sinistra ha. già privato il labour party di vari esponenti del centrodestra. Roy Jenkins (che lascia la presidenza della Cee) auspica addirittura l'avvento di un centre party. Ma la ribellione più drammatica 6 quella inscenata — con una «lettera aperta» al labour party, pubblicata su un'intera pagina del Guardian — da tre ex ministri: David Owén, William Rodgers e Shirley Williams. E' una coraggiosa requisitoria contro la sinistra, che viene accusata di «voler dominare il partito» Òwen, Rodgers e la signora Williams (che molti consideravano fino a un paio di anni fa un potenziale leader del partito, una «Maggie rosa») affermano che la sinistra vuole abbattere l'economia mista, vuole instaurare un gretto nazionalismo diplomatico ed economico, vuole trasformare i deputati in fantocci della direzione laborista. E minacciano: «Se il labour party abbandonerà i suoi princìpi democratici e internazionalisti, sì rafforzerà la tesi a favore di un nuovo partito democratico socialista che, come partito di coscienza, farà suoi tali princìpi». I tre sono dunque pronti a sceglie¬ re una nuova strada. Ma lo faranno? Tutto dipende dall'esito delle complesse manovre dell'ex premier Callaghan che, con l'aiuto delle Unions, sta tentando, nel silenzio, di arginare l'offensiva della sinistra. Il congresso del partito, in ottobre, sarà il «momento della verità». Soltanto un compatto labour party con una politica di centro o centro-sinistra potrebbe però riconquistare la fiducia della nazione. Né un labour party tutto a sinistra né un piccolo neo-partito socialdemocratico andrebbero mai al potere. Ecco perché i più già prevedono per quest'isola un «decennio tory». Mario Ciriello

Persone citate: Callaghan, David Owén, Margaret Thatcher, Rodgers, Roy Jenkins, Shirley Williams, William Rodgers

Luoghi citati: Inghilterra, Londra