I mille piccoli atti di solidarietà nei lunghi giorni della tragedia di Luciano Curino

I mille piccoli atti di solidarietà nei lunghi giorni della tragedia I mille piccoli atti di solidarietà nei lunghi giorni della tragedia Sabato, subito dopo l'esplosione, sono accorsi volontari, medici, donatori di sangue -1 cittadini portavano bende, lenzuola, acqua per i feriti - Domenica e lunedì la pietosa vestizione dei morti, il conforto ai parenti delle vittime, le notizie a chi cercava i propri cari UAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BOLOGNA — Si sfoglia il accuino degli appunti, di quete giornate, da sabato a ieri, e si leggono annotazioni rimaste inutilizzate, perché roppe altre più urgenti. Ma a ileggerle, queste note risulano anch'esse importanti e devono essere riferite, perché dicono che nei momenti peggiori la gente dà il meglio di sé ed è magnifica. Nemmeno un quarto d'ora dopo la strage si era fatto appello ai medici con le radio locali: «Occorrono sanitari di qualsiasi specialità. E c'è bisogno di sangue». Tre ore dopo i medici erano troppi, ne continuavano ad arrivare agli ospedali, bisognava dirgli grazie, che non erano più necessari.. E andavano via rincresciuti. All'Ospedale Maggiore, al Sant'Orsola, al Sellarla pareva quasi un pellegrinaggio. Erano donatori aderenti alle varie associazioni e cittadini che. offrivano sangue per la prima volta. Visti molti soldati nelle lunghe file. Tutti i tassisti della città e decine di automobilisti volontari per il trasporto dei feriti. Un accorrere verSb la stazione di cittadini con quanto ritenevano avrebbe potuto dare sollievo al feriti. Bottiglie d'acqua minerale e di liquore, medicinali, bende e lenzuola. Avevano preso le prime cose che gli erano venute in mente ed erano corsi fuori di casa. C'erano soldati in stazione che aspettavano il trenodie li portava in licenza. Ne è rimasto ucciso uno, Roberto Procclli, 21 anni, del 121° artiglieria. Gli altri si sono buttati a soccorrere e a scavare, rinunciando a partire anche quan do il servizio ferroviario è stato riattivato. Uno si è tolto la camicia per tamponare una ferita. Un altro ha coperto il volto devastalo di una donna col proprio baschelto. Ancora appunti del taccui no. Aldo Sammarchi, 58 anni, bolognese, ferroviere. Dice: «Eroi in ufficio al momento dello scoppio. Una finestra si è staccata, mi è volata addosso, incastrandomi contro il muro. I soccorritori sono arrivati subito, ma non potevo mica chiedere die pensassero a me. Cerarlo tanti altri lì attorno in condizioni più gravi. Dopo una ventina di minuti mi Iva liberato un facchino e mi ha trasportato all'ambulanza». Ha la spalla sinistra in brutto stato. Annotazioni alla data di do menica. Il problema di vestire almeno decentemente i morti, che hanno avuto gli abiti la cerati dall'esplosione. I negozi chiusi per ferie e per di più è giorno festivo. Si fanno deci ne di telefonate finché si rin tracciano tre o quattro negozianti e subito vengono ad aprire e danno abiti e camicie Alla Procura dicono: «Magistrati e impiegati die erano in ferie, appena lianno saputo dalla radio o dalla televisione, sono ritornati a Bologna per mettersi a disposizione». ' All'obitorio di via Irnerio. parenti dei morti. Ma anche un continuo afflusso di gente che sabato aveva un familiare in viaggio e del quale non ha notizie. Una donna venuta da Vicenza : «C'è un ragazzo di 14 anni con una catenina d'oro al collo? Una catenina con scritto Renato». Un carabiniere molto giovane scende nella camera mortuaria e ritorna a dire: «Nessun ragazzo con una catenina d'oro. 1 ragazzi sono stati lutti identificati nessuno si chiama Renato». Il tono con cui il carabinierino lo dice, il tono di chi gioisce di una buona notizia. E la madre di Renato che sembra vo lerlo abbracciare. Il lavoro della polizia femminile, della dottoressa Dora Petrolino e delle sue tre assistenti. Da, sabato non hanno più orario. In giro per gli ospedali o nell'ufficio assistenza in prefettura dove arrivano telefonate da tutta Italia e dall'estero di chi ha parenti in viaggio ed è senza notizie. «No, state tranquilli, il nome non lo abbiamo nell'elenco delle vittime, nemmeno in quello degli ospedali. State tranquilli, che non ci sono problemi». Un'altra telefonata, l'occhio che scorre l'elenco questa volta la risposta incomincia stentata, quasi un sussurro: «Purtroppo...». Altre telefonate. Cercare, per informarli, parenti di morti e di feriti, parenti clic non sanno ancora nulla. Informare l'.ufficio stranieri, pedee cotatto con le ambasciate. ' E tra una telefonata e l'altra ricevere i familiari dei morti e dei feriti. Gente che si è precipitata a Bologna appena ha saputo o ha visto sul giornale, nell'elenco delle vittime, il nome del figlio o del padre, del marito. Ha preso il primo treno, alla disperata, e molti sono qui senza biglietto, senza soldi. All'ufficio 'assistenza gli procurano l'albergo, gli danno il denaro che occorre. Casi . . particolarmente drammatici. Sabato mattina alla stazione di Bologna non c'era soltanto gente che andava in vacanza. All'ufficio assistenza vengono due anziani coniugi siciliani, povera gente timida e smarrita, Soltanto l'altra sera hanno sapu¬ to della morte del figlio, uno dei loro figli, l'unico che finalmente era riuscito a trovare un lavoro, su al Nord, e doveva presentarsi lunedi. Adesso i genitori sono venuti a riprendersi il figlio che, dice il padre, «era il pilastro della casa». Ora c'è il problema immediato di aiutare questa gente che ha speso per mettersi in viaggio quei pochi soldi che aveva o che si era fatto imprestare. Il giornale di Bologna; il Resto del Carlino, ha aperto l'altro ieri una sottoscrizione pelle vittime. Per dare un aiuto immediato, ma anche per raccogliere firme, tante firme contro il terrorismo. In una città semisvuotata per le ferie, sono stati già raggianti i duecento milioni. Luciano Curino H Bologna. In questo spiazzo c'era la parie della si azione con lo sale d'aspetto, distrutti) dall'attentato (Telefoto Ass. Press) UAL NOSTRO INVIATO SPECIALE Il lavoro della polizia femprendere contatto con le amto della morte del figlio uno

Persone citate: Aldo Sammarchi, Casi, Magistrati, Petrolino, Roberto Procclli

Luoghi citati: Bologna, Italia, Sant'orsola, Vicenza