Carter rende pubblici i messaggi esaminati con suo fratello Billy

Carter rende pubblici i messaggi esaminati con suo fratello Billy «Sono innocui, erano già stati consegnati a un giornalista» Carter rende pubblici i messaggi esaminati con suo fratello Billy Secondo i servizi segreti, nello scandalo sarebbero coinvolti anche noti politici di Washington -Se Ted Kennedy sarà candidato a novembre, Anderson si ritirerà in suo favore DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK r- Ancora colpi di scena nello scandalo .Billygate». Con un'iniziativa sema precedentì^il presidente Carter ha reso pùbblici i dispacci del Dipartimento di Stato e dell'ambasciata americana a Tripoli discussi con il fratello. Su questi messaggi era scoppiata l'altro ieri la polemica più pericolosa per il Presidente. Billy Carter aveva dichiarato a un funzionario del ministero della Giustizia di essere in possesso di documenti confidenziali sulla Libia. Le commissioni inquirenti sullo scandalo ne avevano tratto la conclusione che il Presidente' avesse violato il segreto d'ufficio.-Il portavoce della Casa Bianca Jody Powell lo ha smentito: i dispacci sono innocui, ha detto presentandoli alla stampa, e oltre un anno fa erano stati cgjtsE&nati in parte proprio a un giornalista, che li aveva richiesti a termini di legge. Il presidente Carter è passato al contrattacco proprio nel momento in cui i servizi segreti hanno lasciato trapelare una notizia inquietante: e cioè Che oltre a Billy sarebbero coinvolti nelle attività libiche negli Stati Uniti anche noti esponenti politici di Washington, tra cui alcuni parlamentari. La sottocomissióne giudiziaria del Senato, la commissione giudùriara della Camera, quella parlamentare e il ministero della Giustizia avrebbero ampliato le lóro inchieste per includervi questi misteriosi personaggi. Senza, tener conto dei possibili sviluppi, Carter ha annunciato che consegnerà il suo dossier sul .Billygate» lunedì e che lunedì sera terrà alla Casa Bianca una conferenza stampa in merito. * L'esito della battaglia del Presidente, nonostante questo primo'pùnto a suo favore, è tuttavia incerto.' Ogni giorno, infatti, emergono clamorose rivelazióni sul «Billygate*. E ogni giorno aumenta la rivolta nelle file demooratiche. La rivelazione pm grave . di ieri è che -Billy ha prima ammesso e poi'negato di aver tenuto; contatti con un commerciante di armi, ora sotto processo, per eventuali forniture alla Libia. Quanto alla rivolta dovuta alla paura che Carter sia sconfitto da Reagan a novembre, è stata alimentata da una inattesa dichiarazione del candidato indipendente Anderson: se il candidato democratico sarà Kennedy e non Carter,- ha detto Anderson, «io potrei anche ritirarmi». 1) La vicenda dei dispacci. Mercoledì il funzionario del ministero della Giustizia che si occupa del «Billygate» aveva svelato che il fratello del •Presidente teneva in casa i documenti. Giovedì la Casa Bianca aveva reso noto che il presidente Carter ricordava solo di aver discusso con Billy i dispacci riguardanti la sua prima visita a Tripoli, nel settembre '78. Ieri, i dispacci sono stati, pubblicati Sono otto in tutto, tre del Dipartimento di Stato, cinque dell'ambasciata. Il più importante è quello dell'incaricato d'affari Eagleton, che dice: «Ho informato Billy Carter della delicatezza dei rapporti tra Stati Uniti e Libia, argomento su cui Billy era già preparato. Di fronte ai lìbici, ha sempre evitato scrupolosamente commenti politici di qualsiasi genere». In un altro dispaccio, Eagleton ha espresso il parere che «non ci sono state conseguenze negative dalla visita di Billy Carter. Anzi si sono stabiliti contatti tra l'ambasciata e i libici che potrebbero essere utili». 2) Le rivelazioni sul «Billy gate.. Il ministero delia Giustizia ha raccolto dal.fratello del Presidente due dichiarazioni contraddittorie sui contatti con il commerciante di armi certa Terpil. Billy Carter ha dapprima detto di averlo conosciuto in Libia nel '79, e di aver ricevuto una telefonata «per forniture al governo libico», ma «senza che se ne facesse nulla». Successivamente ha negato di avere avuto i colloqui, sebbene il ministero della Giustizia si fosse nel frattempo procurato una foto dei due uomini insieme. E', anche emerso'che a più riprese Billy Carter si è interessato degli «Hercules C130», gli aerei militari promessi dal governo Usa alla Libia e mai consegnati per ragióni strategiche, nel tentativodi sbloccare l'impasse. 3) La rivolta dei democratici. Un numero crescente di parlamentari vorrebbe che il Presidente lasciasse liberi di votare per- chi desiderano i suoi delegati al Congresso del partito. Dopo che Anderson ha precisato che la propria candidatura è diretta soprattutto contro Carter, i parlamentari sono entrati in subbuglio. Il Presidente non in- tende accogliere la richiesta, ma essi hanno costituito un comitato per modificare lo statuto del Congresso. Hanno inoltre formato due gruppi per la presentazione di un candidato «di compromesso» tra Kennedy e Carter. Il primo gruppo è favorevole al segretario di Stato Muskie, il secondo al senatore Jackson. In questo momento, stando ai sondaggi d'opinione, Reagan riceverebbe quasi il 55 per cento dei voti, Carter meno del 30 per cento. Il resto andrebbe ad Anderson, e si tratterebbe soprattutto di democratici scontenti In nessun caso, il » Billy gate» è paragonabile al « Watergate», lo scandalo che costò la presidenza a Nixon. Quest'ultimo era stato complice di un grave episodio di spionaggio politico interno, e aveva-cercato di nasconderlo. Ma il manto di integrità con-cui Carter è andato al potere sta diventando liso. Il 21 giugno la Casa Bianca aveva smentito che il Presidente fosse'al corrente degli affari del fratello con la Libia, e. che ne avesse discusso col ministero della Giustizia. In solilo giorni la smentita è stata rimangiata. Il Presidente seguiva il fratello da wtctno, come dimostrano i dispacci: se ne servì per chiedere la mediazione di Gheddafi per il rilascio degli ostaggi dell'ambasciata americana a Teheran; parlò dì Billy col ministro della Giustizia Civiletti e fece in modo che il fratello regolarizzasse la sua posizione. Ennio Caretta