Gioia e autocritica del et. Gamba di Gianni Menichelli

Gioia e autocritica del et. Gamba Gioia e autocritica del et. Gamba Argento meritato per i cestisti azzurri ma necessità di migliorare - Alla ricerca di «gente senza complessi psicologici e con notevoli caratteristiche atletiche», di un playmaker che «non sia disposto a rinunciare al ruolo di leader» - Elogio di Meneghin miglior giocatore di tutto il torneo - Il problema degli stranieri in campionato DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MOSCA — Si esce dal tourbillon, del torneo olimpico di basket con la stessa sensazione con cui si scendono le scale del museo Pushkin dopò aver fissato a lungo le maioliche dipinte da Picasso giovane: è tutto bello via qualcosa è fuori posto, è difficile riordinare le idee, analizzare, capire. Perfino Sandro Gamba, che ha affascinato tutti i giornalisti stranieri con là lucidità e la grinta da coach americano sfoggiata nelle conferenze stampa, non riusciva, a fine tornèo, ad esprimere giudizi e sentimenti perfettamente coetenti. Aveva, l'allenatore azzurro, un'ideale medaglia d'argento al collo: e sene mostravatgiustamente felice, orgoglioso. Ma aveva anche gli occhi segnati dalle sofferenze autentiche attraverso le quali è passata la tortuosa strada per la medaglia: e non intendeva ignorare quésto lato ..meno piacevole della storta. Diceva, in sintesi. Gamba: «Siamo secondi- ed è giusto cosi. La Jugoslavia è più forte perché ha uomini che fanno sempre canestro. L'Urss poteva essere più forte di tutti, ma non lo è stata: forse, mancati gli americani, ha perso concentrazione, sopravvalutandosi. 8econdi. dunque. E con tanti meriti in certe partite. E con un Meneghin miglior giocatore del torneo, a mio parere.- Però abbiamo giocato anche male, qualche vòlta, con tutto il rispetto per Australia e Brasile. E contro la Jugoslavia abbiamo mostrato i nostri limiti precisi. Ci ho già riflettuto sopra e ci rifletterò ancora. Una cosa prometto: questa medaglia d'argento che ci riempie di gioia per me sarà soprattutto uh punto dipartenza per arrivare a Los Angeles con una squadra ancora migliore». Gamba — come sempre — non ha esitato a parlar chiaro anche nei dettagli. In pochi mesi di lavoro azzurro ha già messo in atto scelte anche rivoluzionarie (fuori Carraro. Caglieris, Bértolotti, Bariviera): ha annunciato che continuerà così. Vuole in nazionale «solo gente senza complessi psicologici e con le caratteristiche atletiche necessarie per giocare il basket internazionale, che è diverso dà quello di campionato». Vuole un playmaker vero, che «non sia mai disposto ad abdicare al ruolo di leader», come purtroppo capita spesso a Marzorati. Vuole tiratori sicuri, senza paura, di tipo jugoslavo: «I tiratori non si costruiscono, devono nascere. Ma sarà mia cura fare in modo che. se nascono, non si perdano per strada». Vuole gente ■ rapida, sciolta, potente, guerrieri ben attrezzati: «Troppo spesso rspiegava il sito assistente, Riccardo Sàles — ci siamo accorti che, a parità di altezza, i nostri uomini parevano delle tartarughe rispettò a slavi, brasiliani, cubani». 17 basket azzurro, insomma, conserva la forza per celebrare l'argento senza rinunciare alle necessarie autocritiche. Gamba, dopo aver visto i suoi uomini- sul podio, ha perfino stupito tutti ripiegando sulle posizioni che furono di-Giancarlo Primo riguardo al negativo' influsso sulla nazionale del doppio straniero in campionato: «Ho constatato che i nostri giocatori, "nei momenti topici, cercano l'americano. E qui purtroppo avevamo solo Silvester: e neppure il Silvester che avremmo voluto». Con tutto ciò per la prima volta il babket ha contribuito — e con metallo di pregio — al medagliere olimpico azzurro. Con tutto ciò non c'è un giocatore che a sua volta non abbia, dato, in questa o quella partita, il suo contributo determi,nte alla squadra: nemmeno Sittxester, molto bravo contro la Spagna. E' giusmfesteggiare i nostri dodici giganttdel basket e ringraziarli, nonostante tutti i tormenti che ci hannoinflitto, L'Olimpiade del canestro, risultato alla piano, ci ha dato quello che potevamo sognare. Anche se Gamba guarda già avanti (un nome viene in ménte subito, Antonello Riva, 18 anni, lo jugoslavo di 'Càritit), quella del podio di Mesca resterà per sempre una foto piacevole da riguardare. Gianni Menichelli

Luoghi citati: Australia, Brasile, Jugoslavia, Los Angeles, Spagna, Urss